A cura di Ilenia Quartini, psicologa
Bruna detta Lena

C’era una volta una donna radiosa e gentile di nome Bruna detta Lena viveva in un paesino di circa 1000 anime insieme al marito, con i figli che abitano poco distanti.

Bruna è sempre stata molto bella “somiglia ad Ava Gardner” diceva qualcuno “No, ricorda più la Lollobrigida” diceva qualcun altro.

Ciò su cui tutti erano d’accordo è che fosse proprio un piacere per gli occhi e questo fin da quando era piccola.

Infatti fu proprio quando ebbe 15 anni che un giovanotto più grande, di nome Aldo, iniziò a farle la corte scrivendole moltissime lettere piene di promesse e di amore.

Aldo e Bruna si sposarono due anni più tardi quando lei aveva solamente 17 anni.

Lei era molto contenta ma suo papà Giovanni molto meno “Sei troppo giovane! quel giramondo chissà che vita ti farà fare“.

Presto detto, i due sposini si trasferirono a Torino.

Aldo venne assunto dalla FIAT e Bruna lavorava come donna di servizio nei palazzi delle ‘Tote’ di Torino, le donne benestanti del centro.

Sembrava essersi realizzato un sogno.

Vivevano in una città bellissima, nei momenti liberi passeggiavano in Piazza San Carlo, prendevano un caffè e un gelato.

Gli anni di povertà passati in paese sembravano solamente un ricordo.

Quel periodo per Bruna fu il migliore della sua vita.

Qualche tempo dopo arrivarono due bambini, un maschietto e una femminuccia.

 

Una vita di fatica e instabilità economica

La serenità di quegli anni si spezzò perché Aldo ebbe difficoltà sul lavoro che lo portarono a dover lasciare il posto presso la FIAT e a tornare con tutta la famiglia presso il paesino di origine.

Bruna sentì un colpo al cuore.

L’idea di tornare a lavorare nei campi, di aver paura qualora le piogge non fossero state abbondanti per il raccolto, di vivere in quell’instabilità economica era per lei inaccettabile.

Provò a parlare ad Aldo, a spiegargli che avrebbe potuto trovare un altro lavoro a Torino ma lui non sentì ragioni.

In fondo una volta era il marito a decidere per tutta la famiglia.

Bruna allora si dovette adeguare ad una vita di fatica e instabilità economica con due bambini da crescere.

 

Nessuno sentiva la voce di Bruna 

Si chiuse molto in se stessa, iniziò a parlare poco e a piangere spesso trovando difficoltà a farsi ascoltare dal marito e da tutti gli altri membri della famiglia.

Tutti le dicevano di portare pazienza e nessuno sembrava comprendere il suo malessere.

Aveva l’impressione che nessuno sentisse la sua voce.

Bruna lavorava nei campi con Aldo, giorno dopo giorno con molta fatica, e cucinava per la famiglia e per i collaboratori del marito.

Quando dico che Bruna cucinava non intendo un piatto di pasta al volo ma pasti quotidiani completi dall’antipasto al dolce e degni di un attuale ristorante stellato.

In cambio riceveva pochi complimenti perché si sa, le donne dovevano saper cucinare, era abbastanza scontato una volta.

Durante questi anni la voce di Bruna si sentiva raramente e il tempo libero veniva impiegato sfogliando le foto del periodo torinese con molto rimpianto.

 

Nonna Bruna, la sua voce è importante

Verso i 60 anni di età Bruna diventò nonna di tre bambini e un po’ di voce la dovette ritrovare per forza per urlare loro di stare bravi.

Iniziò anche a fare parecchia attività fisica quando i tre impararono prima a camminare e poi a correre e anche il suo umore migliorò quando li vedeva giocare insieme felici e mangiare con gusto i suoi manicaretti.

Mano a mano che i bambini crescevano iniziavano a farle tante domande su ogni cosa ‘Perché il gas dei fornelli è blu?’ oppure ‘Quali sono gli ingredienti degli agnolotti?’ o ‘Cosa vuol dire gay?’ e lei, pazientemente, rispondeva a tutto, sempre con il sorriso sulle labbra.

Finalmente per qualcuno la sua voce e i suoi pensieri erano importanti tanto da tenerla occupata tutto il giorno in buffe conversazioni.

 

Bruna si ammala

Successe però, ad un certo punto, che Bruna iniziò a comportarsi in modo diverso.

Dalla persona pacata e sorridente che era, iniziò ad essere più scontrosa e impaziente, ad avere scoppi di pianto improvvisi e a confondere il sale con lo zucchero nei suoi manicaretti.

Un giorno, ad un ritrovo di famiglia non riconobbe un parente stretto e i figli si preoccuparono molto, decisero di portarla a fare diversi approfondimenti medici.

La risposta a queste preoccupazioni non tardò ad arrivare da parte del neurologo ‘Demenza, probabilmente Malattia di Alzheimer’.

Cosa significavano quelle parole?

Bruna sarebbe diventata una di quelle signore un po’ smemorate?

Tutto lì? No, purtroppo la sua famiglia non sapeva che quella malattia le avrebbe fatto disimparare qualsiasi azione basilare, le avrebbe tolto il linguaggio, l’avrebbe resa spaventata e insicura e avrebbe frammentato la sua identità.

Questo lo avrebbero capito dopo, scontrandosi brutalmente con una realtà che speravano di non dover conoscere.

Il declino fu piuttosto rapido e i suoi nipoti impararono in breve che avrebbero dovuto approfittare di ogni momento di lucidità per stare con Bruna.

 

Sento ancora le tue carezze e il bene che mi hai voluto

La nipote più grande andava spesso a trovarla ed è stata una delle ultime persone che Bruna avrebbe riconosciuto.

Certo, ogni tanto confondeva le età: la nipote aveva circa 15 anni ma Bruna ogni tanto le diceva ‘uuh come sei diventata alta! Ma ti sei sposata?’ oppure ‘Sta brava e non far arrabbiare la nonna’ proprio come se la ragazza fosse in realtà una bambina piccola! Nonostante questo la nipote portava Bruna a fare delle passeggiate, guardavano insieme ‘Forum’ e si facevano quattro risate e parlavano dei suoi primi amori.

Ad un certo punto nemmeno queste piccole attività furono più possibili e Bruna fu spostata in una lungo degenza dove rimase per i successivi 7 anni in stato pressoché vegetativo.

Se ne andò in punta di piedi una domenica sera, il 31/05/2015.

Nonostante ciò la famiglia non ha mai dimenticato il suo sorriso dolce, la sua presenza delicata, la sua pazienza ma soprattutto, nonna, io non ho mai dimenticato la tua voce e quando a volte mi capita di sognarti.

Cara nonna sono la ragazza più felice del mondo perché sento ancora le tue carezze e il bene che mi hai saputo dare.

 

Per approfondire:

ARAD Bologna: https://aradbo.org/

Human library: https://www.ilpost.it/2022/06/21/human-library-biblioteca-umana/

Libri viventi per abbattere i pregiudizi: https://www.vita.it/it/article/2020/07/06/the-human-library-libri-viventi-per-abbattere-i-pregiudizi/156095/

Letture smemorate è un bibliografia che vorrebbe essere un contributo per aiutare a comprendere il vissuto di una persona che convive con la Demenza, e dei familiari che si trovavo ad accompagnarla in questa sfida, a prendersi cura di lei/lui, del suo quotidiano: https://www.brianzabiblioteche.it/library/Monza-San-Gerardo/letture-smemorate/

Campagna La cura non è un affare di famiglia: https://www.cittadinanzattiva-er.it/caregiver-la-cura-non-e-un-affare-di-famiglia/

Cittadinanzattiva Emilia Romagna, Articoli Caregiver:

Carta delle priorità: https://www.cittadinanzattiva-er.it/carta-delle-priorita-del-caregiver/

Caregiver: https://www.cittadinanzattiva-er.it/category/caregiver/

Campagna Ho Diritto A…: https://www.cittadinanzattiva-er.it/ho-diritto-a/

E se i caregiver non ci fossero davvero?:https://www.cittadinanzattiva-er.it/wp-content/uploads/2021/10/Report_eseicaregivernoncifosserodavvero_2020_PW.pdf

Cittadinanzattiva Emilia Romagna nel progetto R-ESISTERE, lanciato della Società di Medicina Narrativa (SIMeN): https://www.cittadinanzattiva-er.it/cittadinanzattiva-emilia-romagna-nel-progetto-r-esistere-lanciato-della-societa-di-medicina-narrativa-simen/

Il portale ISTUD sulla Medicina Narrativa: https://www.medicinanarrativa.eu/medicina-narrativa-portale-istud

E se i caregiver non ci fossero davvero? a cura di Rossana Di Renzo, Marilena Vimercati: https://www.medicinanarrativa.eu/e-se-i-caregiver-non-ci-fossero-davvero-di-rossana-di-renzo-e-marilena-vimercati

Abbracciati dalle parole, Rossana Di Renzo, Marilena Vimercati; The INTIMA, a journal of narrative medicine”, 2019: https://static1.squarespace.com/static/54bc1287e4b09cb81d8d8439/t/5e331a5e50699c0cb71f8c1e/1580407392622/EMBRACED+BY+WORDS.pdf

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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