Carissime, carissimi, con questa newsletter sospendiamo momentaneamente la campagna a favore dei caregiver “HO DIRITTO A…”, che resta sempre il nostro obiettivo principale

Gli amici come risorsa

Con Marilena Vimercati, abbiamo pensato di coinvolgere amici, per raccontare storie di vita quotidiana al tempo del coronavirus.

A loro va un ringraziamento e gratitudineL’amicizia, come ogni cosa essenziale della vita, può essere solo donata; ma ci sono forme diverse di amicizia, mai statiche e immobili: salgono, e scendono, sulla scia di vicinanze e lontananze impreviste, e anche delle vicende della vita.”(E. Borgna).

L’emergenza generata dalla pandemia ha drasticamente cambiato le condizioni di vita di singoli e famiglie. Cambiamenti che erano impensabili fino a pochi giorni hanno spostato le nostre vite da una traiettoria che davamo per definita.

Abbiamo tutti l’impressione che il “dopo”, quando verrà, non potrà più essere identico al “prima”.

Le riflessioni di Matteo, Fiammetta, Marilena e Rosa

Sono giornate che, con attenzione, seguiamo le indicazioni che ci vengono fornite e con responsabilità attiviamo comportamenti individuali e sociali per ridurre i rischi di contagio, ma difficilmente riusciamo a contenere i nostri sentimenti, come racconta Matteo nel suo articolo “mi sento impotente, inutile, spiazzato, confuso, arrabbiato, ma anche annoiato, indifferente, indispettito, tutto il contrario di tutto, ed è giusto così.”

Questa vita, questa esperienza ci disorienta e ci confonde.

Proviamo un senso di disorientamento dovuto a pressioni contraddittorie o paradossali: “I decreti escono ogni giorno, ogni giorno nuovi, non si sa come comportarsi, quando finirà, se finirà e cosa accadrà dopo”(Matteo).

Nelle storie che pubblichiamo si può cogliere la riscoperta di alcune dimensioni della vita date per scontate o dimenticate, l’importanza di trovare un senso in quello che stiamo vivendo. I perché delle cose che facciamo e finalmente parliamo dei sentimenti che proviamo e spesso taciuti per pudore, per mancanza di parole e di tempo: “Confesso, non potrei mai vivere senza avere Marianna come socia. Marianna pensa tutto quello che io non penserei e io penso a tutto quello che lei non penserebbe. In due facciamo un pensiero sensato”, scrive Fiammetta nel suo articolo.

Ma allo stesso tempo ritroviamo quella capacità di sviluppare nuovi apprendimenti, nuove soluzioni, per restare in contatto con quelli che amiamo e che la vita per motivi diversi separa, così come scrive Marilena che ha raccolto la storia di una sua amica “Ci separano 250 km: io in Lombardia e loro in Liguria, 250 km azzerati più volte al giorno dalle videochiamate che ci consentono di sorriderci, di scambiare battute, di controllare insieme i compiti, di parlare “al futuro”, di allontanare la malinconia e di fortificare il nostro “amore”.

Infine il racconto di Rosa, medico di base, che condivide con noi la sua giornata vissuta senza protezioni (le mascherine spesso non ci sono) scandita da  telefonate per dare indicazioni e fornire informazioni. Ma soprattutto creare ponti di comunicazione: “In questi tempi di COVID 19, la vicinanza del medico curante è fondamentale: conosce il suo interlocutore/trice da anni, i suoi punti deboli e soprattutto i suoi punti di forza, da usare come risorse per governare la paura.”   

Un grazie particolare a Rosa che ha sottratto tempo alla cura di sé e delle persone che a lei giornalmente si affidano.

Uno spazio per essere collegati

Vorremmo continuare a costruire con voi uno spazio orientato a comprendere e apprendere, uno spazio dove il pensiero di ciascuno possa collegarsi a quello di altri e diminuire il senso di isolamento e di incertezza.

Oggi pubblichiamo racconti di amiche/ci, vorremmo, però, anche la vostra partecipazione per raccogliere pensieri, sentimenti legati alla vita quotidiana, agli apprendimenti sviluppati e ai cambiamenti che stiamo mettendo in atto.

Ma anche poesie, frasi, brani che in questi giorni ci fanno compagnia.

Coloro che sono interessati potranno inviare le loro narrazioni a ross.direnzo@gmail.com.       Foto di Denis Doukhan da Pixabay

 

A cura di Matteo Valoncini

Cos’è che fa tanta paura?

La vita di tutti i giorni è stata stravolta, ma non è questo il punto, forse non è nemmeno il divieto di uscire e magari non è nemmeno il divieto di andare a correre, a passeggiare. Certo, tutto questo non aiuta, anzi, per molti è un vero sacrificio, ed è un sacrificio che va rispettato. Cos’è che fa tanta paura? La morte? Nostra o dei nostri cari, o il non poterla celebrare, non poterla calcolare, non poterla guardare in faccia? Onestamente non lo so.

Quel che accade e accadrà

Abito in un piccolo comune della Lombardia, sono a una ventina di euro di benzina da Milano e da Bergamo, di cui certamente avrete sentito parlare. In questo piccolo comune, ogni giorno da ormai una settimana, una volante passa tra le case dei quartieri e con voce stentorea, a volte anche irosa, intima: «Statevene a casa!». Certo, lo fa con un giro di parole più lungo, ma il messaggio rimane: «Statevene a casa!». Noi in famiglia obbediamo, nel nostro piccolo, ma la cosa che ci preoccupa, e che preoccupa tutti, credo, è quel che ne seguirà.

Per continuare la lettura:

https://www.cittadinanzattiva-er.it/covid-19-un-problema-degli-altri/

A cura di Fiammetta Mussio

Da sempre lavoriamo via Skype

Marianna è la mia socia, a dire il vero non è proprio la mia socia.

Da anni lavoriamo a distanza: non abbiamo un vero e proprio ufficio e da sempre lavoriamo via Skype.

Oggi, viene chiamato lavoro da remoto o smart working.

Noi le riunioni via Skype le facciamo da sempre. Giuro che non sapevamo niente del coronavirus. Altrimenti ve lo avremmo detto, ma forse ci avreste prese per matte.

Marianna e io non ci sopportiamo neanche a più di un metro di distanza. Siamo come il dì e la notte.

Lei è il dì perché si sveglia presto e fa tante cose, io la notte perché mi piace fare festa, bere vino, andare a tartufi.

Per questo io uso gli stivali da bosco e lei le scarpe con il tacco.

Per continuare la lettura:

https://www.cittadinanzattiva-er.it/noi-siamo-come-il-di-e-la-notte-che-fanno-il-giorno-intero-storia-di-unamicizia/

Storia raccolta e scritta da Marilena Vimercati

Ho accorciato le distanze da chi amo

Mi trovo da sola nel nuovo appartamento alle prese con locali vuoti da arredare, scatoloni da disfare, mobili da sistemare. Unica compagnia, Emma, il mio schnauzer gigante. Mi mancano tanto le mie bambine, distanti ma, per fortuna loro, si trovano in un contesto migliore della città. Ci separano 250 km: io in Lombardia e loro in Liguria, 250 km azzerati più volte al giorno dalle videochiamate che ci consentono di sorriderci, di scambiare battute, di controllare insieme i compiti, di parlare “al futuro”, di allontanare la malinconia e di fortificare il nostro “amore”.

“Marmottina, non ho il punteruolo, come faccio a finire il lavoro del labbook di matematica?.”

Nessun problema: mi procuro il punteruolo, anticipo eventuali altre necessità nascoste, tappetino, fermacampioni e glitter colorati e, come faccio quasi tutti i giorni da quando sono bloccata qui, preparo un pacco in cui oltre al punteruolo metto un libro e un regalo sorpresa per entrambe.

Per continuare la lettura:

https://www.cittadinanzattiva-er.it/cargiver-di-me-stessa-e-di-mia-zia-bi-insieme-per-prenderci-cura-delle-mie-bimbe/

A cura di Rosa Pedale

Sono un medico di medicina generale e lavoro da più di 30 anni.

Quello del Medico delle Cure Primarie è, da sempre, un lavoro silenzioso ma , essenziale, filtra e modula l’accesso all’Ospedale, si prende cura della persona, della sua salute e della malattia.

Un tema che mi è molto caro è quello delle violenze domestiche. Da tempo stiamo portando avanti, con  “VIOLA/DAUNA” un’esperienza, unica in Italia, per individuare i segni ed i sintomi di una violenza domestica.

Il mio lavoro è bellissimo ed emozionante perché mi permette di vivere tra la gente e con la gente!

Inizio la mia giornata di lavoro, nell’attimo stesso nel quale accendo il cellulare: ore 6 circa e termino verso le 23.

Per continuare la lettura:

https://www.cittadinanzattiva-er.it/essere-vicini-a-chi-ha-bisogno-12-ore-al-giorno/

 


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