Sanità digitale: l’innovazione tecnologica va oltre la cartella clinica elettronica, con app e sistemi che implementano soccorsi veloci e diagnosi corrette.

I progressi tecnologici costanti, che accompagnano la nostra quotidianità dalle operazioni più semplici a quelle più impegnative, arrivano anche negli ospedali.

Stiamo parlando di vera e propria sanità digitale! Tramite l’ausilio di app e sistemi sofisticati, oggi, è possibile velocizzare i soccorsi, controllare in tempo reale la salute del paziente e visitarlo a distanza. Non solo: il 41% dei pazienti usa app o dispositivi, come gli smart watch, per monitorare il proprio stato di salute.

Secondo l’Osservatorio sull’innovazione digitale in Sanità del Politecnico di Milano, rispetto al 2017, sono aumentati del 7% i miliardi investiti da Asl ed ospedali nell’innovazione nel 2018.

La maggior parte dei finanziamenti è confluita nella messa in rete di pc e piattaforme online. Infatti, ospedali non comunicanti tra loro, o ospedali e studi medici, sono stati la causa di diversi disagi. Diagnosi sbagliate o accertamenti già effettuati sono alcune delle conseguenze.

Un’altra parte delle risorse economiche, invece, è stata assegnata all’attivazione del fascicolo sanitario elettronico per 11 milioni di persone. Alcune di queste sono ancora monitorate su carta, anche se ecografie ed elettrocardiogrammi procedono velocemente alla digitalizzazione.

In cosa consiste concretamente la sanità digitale?

Un esempio di tutto questo è anche in Emilia Romagna, e si chiama RespondEr. E’ un servizio di soccorso del 118: un salvavita per vittime di infarto.

Quando una delle tre centrali regionali del 118 registra un arresto cardiaco, il sistema allerta istantaneamente i volontari che si trovano in un raggio massimo di 5 km dal paziente. Possono soccorrerlo cliccando direttamente dallo smartphone il pulsante Posso intervenire“. 

Tra le informazioni inviate in tempo reale, sono anche geolocalizzati i defibrillatori più vicini. In questo modo è possibile intervenire entro la “golden hour, l’ora fondamentale per chi è vittima di infarto, trauma grave o ictus.

Secondo i dati registrati, 4 volte su 10 i volontari sono arrivati prima dell’ambulanza, mentre una su 5 sono intervenuti.


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