La transizione ecologica, messa in evidenza dal PNRR, non può fare riferimento solo ai cambiamenti necessari per affrontare la questione climatica, al superamento dell’uso dei combustibili fossili, all’economia circolare, alla mobilità sostenibile, alla riduzione delle disuguaglianze fra gli emisferi, al modello economico di produzione e consumo. La transizione ecologica richiede anche una ridefinizione dei paradigmi dello sviluppo e dell’innovazione.
Occorre uscire dalla prigione del sottosistema economico, che ancora condiziona i modelli interpretativi e le logiche degli altri sottosistemi, quello politico amministrativo e socio-culturale. Di fatto ancora una volta è l’economia a guidare e condizionare le politiche pubbliche e le azioni delle organizzazioni.
E’ necessario un vero e proprio ribaltamento di senso teso a ridimensionare la logica dello scambio (propria del sottosistema economico) per valorizzare la redistribuzione (del sottosistema politico-amministrativo) e la reciprocità (del sottosistema socio-culturale). E’ fondamentale sviluppare nuove modalità di conciliazione ed integrazione fra le logiche dei tre sottosistemi.
Per procedere in questa prospettiva è fondamentale dare voce alle comunità e ai cittadini che quotidianamente sono impegnati a conciliare ed integrare tali logiche, attraverso le proprie azioni e relazioni. In particolare è necessario focalizzare l’attenzione sulle buone pratiche sociali, che rappresentano comportamenti e progetti tesi a mettere in pratica i valori del benessere individuale e della qualità della vita della comunità, quindi orientati a promuovere modelli di sviluppo misurabili non solo con indicatori economici, ma anche sociali, culturali ed etici, facendo riferimento ad un’innovazione non solo affidata alla tecnologia, ma anche all’invenzione sociale dei cittadini e delle comunità.
E’ evidente che la transizione ecologica non può che mettere al centro i comportamenti, le azioni ed i progetti delle persone tesi a prendersi cura dell’ambiente, non come entità esterna all’uomo, ma come insieme di relazioni che mettono in rapporto gli individui con i diversi contesti di vita. Un ambiente che è parte delle persone, che si può migliorare attraverso le relazioni delle persone.
La transizione ecologica non può quindi essere affidata solo alle istituzioni, alle imprese, alle organizzazioni non profit, ma deve dare grande rilevanza alle buone pratiche sociali delle comunità.
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