di Maria Vittoria Santoro

E’ sempre più frequente cercare un farmaco in farmacia prescritto dal medico, e non trovarlo.
Il motivo è che i farmaci sono stati equiparati agli altri beni di consumo in libera vendita. Poco importa se, essendo molto più importanti per la salute rispetto ad altri beni, dovrebbero godere di un regime che li ponga al di fuori dei normali canali commerciali per essere sempre reperibili.
Al contrario, in regime di libero mercato diventa, anche per i farmaci, prioritaria la capacità di spesa di chi vuole aggiudicarseli.
Per cui i farmaci spariscono sia per le politiche commerciali delle case produttrici, quando non ritengono più remunerativo un prodotto, sia nei paesi in cui costano meno per essere venduti nei paesi in cui possono essere venduti a prezzo più alto.

In Italia, i farmaci di Fascia A, ovvero i farmaci essenziali, a volte insostituibili e quelli per le malattie croniche, dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale o soggetti a ticket, hanno un prezzo mediamente più basso che altrove, per cui è più facile che vengano rivenduti in nazioni disponibili a pagare un prezzo maggiore.

La vendita nei paesi dove il prezzo del farmaco è più alto viene effettuato anche da grossisti e farmacie dotate di apposita autorizzazione senza che venga commesso alcun reato, visto che il commercio avviene nel rispetto del principio della libera circolazione delle merci previsto dalle norme comunitarie.

Il decreto legislativo 17/2014 del Ministero della Salute ha previsto che i grossisti esportatori di farmaci debbano garantire un assortimento sufficiente per rispondere alle esigenze dei territori da loro serviti, e ha disposto multe, sospensioni e ritiro della licenza quando contravvengono.
Ma poiché la legge non specifica cosa si intenda per”assortimento sufficiente”, né quantifica esattamente il fabbisogno dei territori, ai grossisti è lasciato la libera valutazione delle necessità, con conseguenti distorsioni distributive e difficoltà di sanzionare i loro comportamenti.

La sparizione dei farmaci, dovute a speculazioni commerciali è un fenomeno sempre più grave nel nostro paese per cui non è più rinviabile una normativa che ne regoli in modo più puntuale il commercio e la distribuzione.


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