osteoporosi

Il 20 ottobre scorso si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, indetta dall’International Osteoporosis Foundation (IOF), che come ogni anno si prefigge l’obiettivo di creare consapevolezza  circa una malattia che ha numeri in continua crescita, con un incremento delle fratture di femore del 26% dal 2000 al 2012, per un costo stimato di circa un miliardo e quattrocento milioni di euro (ogni evento di questo tipo ha dei costi che si avvicinano ai 14.000 euro). A ciò ha fatto seguito un aumento del costo pro-capite delle fratture di femore del 15%.

Una malattia molto pericolosa per gli uomini

Nonostante il vistoso incremento nelle statistiche, l’osteoporosi rimane una malattia sotto-diagnosticata e sotto-trattata; questo vale per le donne in post-menopausa, che si ritengono le persone comunemente più colpite da questa malattia. Nella realtà dei fatti, però, considerando la crescita demografica e il progressivo invecchiamento della popolazione, i numeri dell’osteoporosi sono diventati significativamente rilevanti anche per gli uomini. In termini prettamente numerici, la malattia colpisce una donna su tre e un uomo su cinque. La mancata consapevolezza della minaccia costituita dall’osteoporosi per gli uomini è, dunque il primo muro da abbattere.

Innanzi tutto, per l’uomo non esiste un momento specifico, come la menopausa, dopo il quale porre maggiore attenzione alle ossa e al loro stato di salute; per cui l’uomo vede la malattia come qualcosa che non lo riguarda, non si sottopone agli esami indicati per diagnosticarla e, anche quando si verifica una frattura, è poco incline ad attribuirne la causa alla fragilità ossea. Inoltre, dopo la guarigione non si fanno indagini diagnostiche e non si iniziano terapie ad hoc. È bene ricordare che, mentre nella donna un importante fattore di rischio è rappresentato dal calo di estrogeni in post-menopausa, nell’uomo si verifica un deficit di testosterone  che ha come conseguenza la riduzione di massa muscolare e tessuto osseo. Valgono, inoltre, gli stessi fattori di rischio che riguardano anche le donne: storia familiare, età avanzata, abuso di fumo e alcool, frattura dopo i 50 anni.

Gli uomini che subiscono una frattura grave come quella al femore hanno tassi di mortalità più elevati rispetto alle donne, e in un terzo dei casi si verifica una seconda frattura nei dodici mesi successivi. Si stima che il rischio di frattura osteoporotica nel corso della vita degli uomini di età superiore ai 50 anni arrivi fino al 27%, e sia superiore al rischio di sviluppare un tumore alla prostata che è dell’11,3%.

Nel 2013 l’IOF ha pubblicato una relazione completa sulla gestione medica, sull’epidemiologia e sull’impatto economico dell’osteoporosi nell’Unione Europea. Si è stimato che nel 2010 5,5 milioni di uomini ne erano affetti e quasi 1,2 milioni avevano subito una frattura da fragilità. Più di 168.000 fratture all’anca hanno colpito gli uomini (il 28% di tutte le fratture all’anca) e il 65% di tutti questi eventi si è verificato in soli 5 Paesi (Germania, Regno Unito, Italia, Francia e Spagna). 20.100 uomini sono morti entro 12 mesi dall’evento a causa della frattura.

Terapia ormonale per il tumore della prostata e osteoporosi

La terapia di deprivazione androgenica (ADT) è il trattamento primario per carcinoma della prostata avanzato. Un passo preliminare in questo trattamento è l’utilizzo di un inibitore dell’aromatasi. Questa terapia è il cardine per il trattamento del cancro alla prostata metastatico ed è un fattore di rischio significativo per l’osteoporosi degli uomini anziani. L’ADT, infatti, induce una perdita ossea molto rapida negli uomini con l’ordine del 2-4% a livello della colonna lombare e del femore durante il primo anno di trattamento.

Il blocco androgenico aumenta significativamente la velocità di perdita di massa ossea e il rischio fratturativo con un deterioramento della qualità della vita e con un rilevante impatto sulla morbilità e mortalità.

L’ampiamento della nota 79

Il recente aggiornamento da parte di Aifa dei criteri di rimborsabilità per i farmaci destinati al trattamento dell’osteoporosi ha introdotto diverse positive novità rispetto al passato; fra queste la maggiore attenzione per le donne che entrano in menopausa prima dei 50 anni; per i pazienti con fratture non solo vertebrali o femorali, ma anche con quelle di polso o costali; e, infine, per gli uomini affetti da osteoporosi. L’ampiamento dei criteri di rimborsabilità della nota 79 testimonia anche una presa di coscienza delle istituzioni nei confronti di un problema con proporzioni sempre crescenti.


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