di Walther Orsi

La prossimità nasce dalla consapevolezza di un bisogno, ma anche di un interesse, di un obiettivo, e di valori condivisi tra più persone. Può essere anche la disposizione a sentire come propri i problemi di chi sentiamo vicini. Attraverso la prossimità i cittadini, nella ricerca di una risposta a tali problemi, non si pongono come meri fruitori o consumatori, ma come produttori della stessa.

Le reti di prossimità rappresentano il potenziale di risorse relazionali a cui l’individuo di oggi può attingere per fronteggiare le sfide di una società complessa. Tali reti mobilitano risorse inaspettate e inconsapevoli che possono creare capitale sociale, empowerment, partecipazione, benessere, qualità della vita e lotta alla solitudine.

Secondo Labsus, moltissimi sono gli esempi: “esperienze di co-housing, e in generale forme di solidarietà condominiale, con il reciproco sostegno tra gli abitanti rispetto a bisogni quali la cura dei figli, la vicinanza a persone anziane o comunque in condizioni di fragilità; supermercati solidali in cui chi è in difficoltà può trovare generi alimentari e sostegno per percorsi di reinserimento; gruppi di acquisto autogestiti; comitati di cittadini che prendono in carico la porzione di territorio in cui risiedono, ne ristabiliscono il decoro, la abbelliscono e stabiliscono tra loro nuove forme di socialità e di mutuo aiuto; immobili destinati a degrado, che vengono ristrutturati e diventano la casa di molteplici attività aggregative e di servizio alla cittadinanza, gestite con l’impegno diffuso di cittadini e loro associazioni; pedibus per accompagnare i bambini a scuola; orti urbani in cui i cittadini soddisfano una parte del proprio bisogno alimentare e instaurano nuove relazioni; e molto altro”.

Molteplici sono i modi attraverso cui si esprimono le reti prossimità: alcune sono diventate note attraverso i mass media, come le social street, altre invece assumono senso solo all’interno della specifica rete; alcune hanno un carattere informale, altre hanno un riconoscimento a livello istituzionale e prevedono accordi economici. Accanto alle reti ancorate ai  tradizionali contesti  famigliari, parentali, amicali, lavorativi, di vicinato e zona di residenza, grazie alle nuove tecnologie comunicative, ne stanno emergendo altre che fanno riferimento a comuni interessi, bisogni, ideologie, condizioni socio-economiche e culturali che vanno ben oltre tali contesti e non hanno più confini territoriali. Questo significa che in ciascuna rete possono essere presenti anche diverse tipologie di attori sociali.

Di fronte alle sfide di una società globalizzata, anomica e in continuo mutamento, le reti di prossimità rappresentano anche strumenti per salvare la propria identità, per valorizzare  il proprio ruolo sociale, per dare senso alla propria vita. L’appartenenza ad una, o più reti di prossimità, la partecipazione attiva alle stesse consentono di mettere in pratica determinati valori civici, di tutelare alcuni diritti, di contribuire a rispondere ai bisogni sociali dei cittadini, ma anche di migliorare il proprio benessere e la qualità della vita della comunità.

Nella nostra società credo vi sia una diffusa consapevolezza ed un ampio consenso in merito al valore crescente delle reti di prossimità. Questo valore viene sempre più riconosciuto non solo fra i cittadini, ma anche nell’ambito dei principali sottosistemi della società: economico, politico- amministrativo e socio-culturale. Non sempre tale riconoscimento si propone di sostenere le motivazioni, gli interessi, le ideologie, gli obiettivi che hanno generato le diverse reti di prossimità. A volte emergono veri e propri processi di strumentalizzazione di tali reti per fini completamente estranei ai loro valori di riferimento.

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