di Paola Cuzzani
Questa riflessione nasce dalla consapevolezza che “la memoria” sia il bene deperibile, volatile per eccellenza e che, l’importanza del quale, si manifesta nel momento stesso in cui tale bene lo si è perduto.
Partendo da questo pensiero, vorrei condividere come, in questi anni di digitalizzazione, così presente, nel modo di comunicare e di relazionarsi, il raccontare episodi, fatti, esperienze vissute o ereditate dalla tradizione orale che siano un ricordo importante o anche semplicemente curioso della propria esperienza di vita e quindi della cultura respirata ed agita nel corso degli anni, sia un plus valore che non può essere dimenticato o lasciato nella soffitta della memoria.
Mi piacerebbe a questo proposito provare ad ipotizzare un diverso ruolo dei nonni che valorizzi le loro competenze, conoscenze, emozioni vissute e anche i loro copioni di vita per progettare piccoli percorsi di vicinanza e di condivisione con i nipoti, non solo i nipoti di sangue, ma i piccoli uomini e le piccole donne che stanno affacciandosi alla loro vita di formazione.
Il nonno potrebbe arricchire il tempo, a volte vuoto, che ha a disposizione per “lavorare” con i suoi nipoti su progetti che li vedano entrambi coinvolti ed interessati con modalità dinamiche e trainanti.
Entrambi devono provare gioia e trovare divertimento nell’azione, prerequisiti questi indispensabili, per sperimentare un diverso modo di stare insieme e di relazionarsi, raccontandosi “cose”.
Devono sentire la voglia ed il desiderio di fare esperienze insieme, di condividere, intrecciando i diversi modi di vedere le occasioni e le situazioni che si presentano nel quotidiano o che si può cercare di far succedere.
Se possiamo utilizzare una metafora, abbastanza abusata, potrebbe diventare come un viaggio alla scoperta non solo di nuovi approdi, ma anche di vecchi mondi guardati con occhi nuovi.
Si parla spesso di sentimento di solitudine della persona anziana, così come ci si preoccupa tanto e, giustamente, del crescente utilizzo degli smartphone, dei tablet da parte dei giovani, anche dei più piccoli, spesso riempitivi di tempo vuoto e sostitutivi di relazioni e vicinanze vere, corporee, concrete, non solo virtuali.
Il nonno o la nonna che racconta o legge una favola, sia essa inventata, o recuperata dalla biblioteca a disposizione in casa, favola che può essere letta insieme e/o interpretata con il calore della partecipazione e del ricordo di un’emozione già vissuta, ma che ora si vuole condividere, può diventare una reale e concreta occasione di vicinanza di due mondi che forse non sono così lontani.

del bambino come un’ancora positiva, una carezza affettiva che difficilmente dimenticherà nell’adultità e alla quale potrà ritornare, con nostalgia e con piacere, nelle diverse stagioni della sua vita.

Anche i nonni hanno il diritto ed il dovere di divertirsi, imparando.
Allora perché non andare con i propri nipoti, anche allargati, a pulire il parco o un pezzo di strada vicino a casa?
Visitare una mostra, condividere un cinema, andare ad un concerto insieme a questi piccoli compagni di viaggio può diventare un’esperienza creativa e di crescita per entrambi gli attori di questa “piece”.
Il nonno si diverte a fare il pane in casa, la nonna invece preferisce fare la pasta. Chi non sa quanto e come i bambini amano “pasticciare” con le mani, amano essere coinvolti e responsabilizzati in piccoli progetti che diano un risultato tangibile, visibile, concreto e perché no, edibile!
I nonni sono stati, in un’altra età, dei campeggiatori? Perché non recuperare da una soffitta o da un granaio, una vecchia tenda da campeggio dismessa ma mai buttata, e provare a montarla insieme e poi, forse, anche dormirci una notte in campagna o nel cortile di casa, se possibile.
Un altro possibile percorso di condivisione può essere quello dei mestieri per incuriosire i nipoti o delle passioni dei nonni, perché laddove c’è conoscenza, passione, esperienza, il parlarne e trovare delle situazioni od occasioni per sperimentare insieme qualcosa dovrebbe risultare più facile. Il nipote apprende e si incuriosisce, il nonno o la nonna ripercorre e riscrive un evento, un momento, un’emozione già vissuti.
I momenti e le occasioni di coinvolgimento reciproco possono essere tanti oltre a quelli accennati, dai piccoli trekking, alla gita fuori porta da fare insieme ad altri nonni e ad altri nipoti, alla visita “guidata” in città d’arte a noi vicine, dove ci si po’ preparare insieme e diversi potrebbero essere i ruoli ricoperti (il nonno o la nonna spiega e illustra quello che sa, ma anche il nipote farà la sua parte, documentando con foto, piccoli filmati, eventuali ulteriori spiegazioni con quello che ha imparato a scuola …).
Il nucleo familiare e sociale
Un obiettivo che questa breve riflessione potrebbe porsi è quello di condividere i diversi modi di essere nonni per cominciare a costruire un patrimonio esperienziale, sicuramente esistente, ma troppo spesso sottaciuto e quindi misconosciuto, che possa essere utilizzato da tutti coloro che lo riconoscono come realistico, possibile ed importante.
Un invito quindi a socializzare, a conoscere e a farsi conoscere, anche attraverso mail o telefono, per far uscire la categoria dei nonni dai contesti, pur utili, del semplice accudimento e/o del mero sostegno economico.
Il percorso ipotizzato, oltre che essere inclusivo da un punto di vista sociale e culturale, potrebbe anche aiutare ad affrontare diversamente i problemi generazionali accennati.
Se il sostegno reciproco e la crescita culturale ed emozionale diventassero le cifre fondative dell’esperienza che, necessariamente, non si limiterebbe a “contaminare” solo i nonni e i nipoti, l’intero nucleo familiare e sociale di riferimento potrebbe venirne coinvolto.