Sabato 20 Aprile si è svolto a Rimini un incontro/dibattito sul futuro della sanità riminese. Secondo un progetto che troverà completa attuazione entro gennaio 2014 , l’ASL di Rimini entrerà a far parte della cosiddetta “Area Vasta Romagna” con i territori delle ASL di Cesena, Forlì e Ravenna. Questa “fusione” porterà , e alcuni cambiamenti sono già in atto, ad un accentramento amministrativo, alla creazione di un Magazzino Unico e di un Laboratorio Unico.  Sarà coinvolto in questo processo il laboratorio di Anatomia Patologica dell’ospedale di Rimini, che con ogni probabilità sarà trasferito presso il Laboratorio Unico di AVR in località Pievesestina di Cesena. I medici, i biologi e i tecnici del laboratorio riminese, preoccupati per gli eventuali disagi e disservizi che questo potrebbe causare, hanno espresso i loro timori in una lettera inviata, tra gli altri, anche alle Associazioni di Volontariato che si occupano di sanità e del benessere dei cittadini in generale e quindi anche a Cittadinanzattiva TDM.

All’incontro hanno partecipato : il Direttore Sanitario dell’Azienda ASL di Rimini dott. S. Lovecchio; il Consigliere Regionale vicepresidente della Commissione Politiche per la Salute dott. R. Piva; il Direttore di Anatomia Patologica dell’Ospedale di Rimini dott. M. Brisigotti. Assenti il Sindaco di Rimini A. Gnassi e l’Assessore Regionale alla Sanità, che erano stati invitati.

Dall’incontro in sostanza è emerso quanto segue: il trasferimento del suddetto laboratorio non implicherebbe alcun risparmio in termini economici, visto che la nuova sede di Pievesestina costa all’incirca 2, 5 milioni all’anno di affitto e circa 1.560.000 euro di trasporto materiali, una cifra che supera nel totale i costi dei quattro laboratori coinvolti nella fusione. In aggiunta, sarebbero necessari altri investimenti per nuovi macchinari.

Il dott. Lovecchio non ha saputo spiegare le ragioni di questo trasferimento, limitandosi a dire  che si tratta dell’applicazione di un progetto deciso a monte da una commissione di tecnici, del quale lui è soltanto un esecutore. Il Consigliere Regionale Piva ha affermato invece di non avere ancora avuto notizia di tale trasferimento. Entrambi comunque, hanno parlato di un processo di accentramento inevitabile e irreversibile, che porterà a  maggiore efficienza e qualità dei servizi erogati, cose delle quali non sembrano del tutto convinti i medici intervenuti nel dibattito e fra questi l’ex sindaco riminese A. Ravaioli, noto oncologo, che ha espresso il timore, per l’Ospedale di Rimini, di “un ritorno al passato”, dopo tanti sforzi per creare nuove strutture e nuovi servizi.

Non si è giunti ad alcuna conclusione, non sono stati dati elementi sufficienti per valutare gli eventuali effetti di tali cambiamenti, abbiamo avuto la sensazione che tutto sia stato già deciso senza il coinvolgimento dei maggiori interessati e cioè i cittadini.


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