di Francesca Capoccia

Lorenzo Parelli era un ragazzo di 18 anni che lo scorso gennaio è morto durante lo stage aziendale in un incidente sul lavoro, quando invece sarebbe dovuto essere a scuola, a studiare. Pochi giorni dopo, il movimento studentesco romano la Lupa ha organizzato un presidio pubblico al Pantheon, a Piazza della Rotonda, in nome di Lorenzo.
Le forze dell’ordine erano lì presenti a seguire il corteo che si dirigeva verso il Ministero dell’Istruzione, ma la gestione dell’ordine pubblico è sfociata in una serie di cariche violente contro il corteo causando feriti tra gli studenti e le studentesse.
Come è possibile, mi chiedo, che la polizia ferisca dei giovani che marciano per ricordare e protestare la morte di un loro compagno morto a causa di un tirocinio?
Non è bastata, allo Stato, la morte di un 18enne?

Entrambi gli episodi hanno scatenato sconforto e dato avvio a diversi dibattiti, anche se in questo caso le belle parole arrivano sempre quando è troppo tardi.
Nei giornali e in televisione si è discusso molto se Lorenzo partecipasse a un progetto di Alternanza scuola-lavoro, stage o PCTO, ovvero “percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento”. Non è questa la sede in cui fare chiarezza, non spetta a me. Il problema, alla fine, non è nemmeno questo. Quale che sia il nome, la sostanza resta la stessa: è sfruttamento.

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