a cura di Sara Beltrami, promotrice della campagna ‘Endometriosi: firma adesso’

Endometriosi, il fenomeno 

L’Endometriosi è una malattia cronica che colpisce 1 donna su 7 in età riproduttiva, e che ha la capacità di impattare in modo negativo sulla vita delle giovani in termini di qualità di vita personale e lavorativa, rischio di ospedalizzazione, danni permanenti, e di infertilità.

Sara Beltrami che da tempo ha un blog molto seguito su questa malattia e gli scenari sanitari:il predicato verbale, ci spiega che «Come per molte malattie croniche e infiammatorie anche per l’endometriosi la differenza la fa l’approccio multidisciplinare. Gli studi scientifici suggeriscono che i centri multidisciplinari siano la strada migliore sai per fare diagnosi precoci, sia per curare le donne, evitando costosi e faticosi palleggi da uno specialista all’altro».

Il tempo medio per la diagnosi varia è di circa 9 anni, e Secondo il Ministero della Salute in Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva; la patologia interessa il 30-50% delle donne non fertili o che hanno difficoltà a concepire.

Nel 2021 la prevalenza globale dell’endometriosi in Italia è stimata dal ministero della Salute in circa tre milioni di donne in età riproduttiva; in Emilia-Romagna la percentuale delle persone di sesso femminile residenti, in età compresa tra i 18 e i 50 anni, affette da endometriosi conclamata è intorno al 25% (150.000 circa).

La Comunità europea ha stimato che la cronicità dell’endometriosi comporta una spesa sociale annuale di 30 miliardi di euro in Europa, di cui il 75% è attribuibile a congedi malattia; per l’Italia, secondo la stessa fonte, i costi ammontano complessivamente a 6 miliardi, di cui 33 milioni di euro per giornate lavorative perse, 126 milioni per le cure farmacologiche e 54 milioni per il trattamento chirurgico.

La campagna ” ENDOMETRIOSI: FIRMA ADESSO! “

Sabato 12 Marzo ha preso il via a Reggio Emilia la campagna ENDOMETRIOSI: FIRMA ADESSO! la prima petizione per richiedere misure di tutela per le persone affette da endometriosi.

Con il medesimo testo vengono attivati 2 iter diversi per competenze e indirizzo: il primo, la mozione di iniziativa popolare, riguarda il Comune di riferimento e precede una clausola di segnalazione al Ministero della Salute e alla Commissione Igiene e Sanità in Senato; il secondo invece, si attiva per mezzo di una petizione popolare indirizzata alla Commissione competente in Regione Emilia Romagna.

Si tratta di una iniziativa nata dal basso, attraverso la quale i cittadini stessi possono stimolare le istituzioni a prendere coscienza di questo tema- sottolinea la portavoce e promotrice della petizione, Sara Beltrami-. Nell’incontro di oggi abbiamo richiesto un impegno concreto su tre punti:

  1. sensibilizzazione sul territorio regionale nel mese dedicato alla consapevolezza sull’endometriosi,
  2. rafforzamento della rete regionale diagnostico-terapeutica e formazione degli operatori sanitari,
  3. gratuità delle terapie ormonali essenziali”.
Un’ iniziativa “dal basso”, che nasce dalla volontà dei cittadini e dai bisogni individuati dalle pazienti.

Sebbene l’intera campagna fosse a costo zero, senza sostegni, finanziamenti e senza loghi politici, l’iniziativa si è rivelata da subito una vera e propria mobilitazione senza precedenti, che ha suscitato una grande attenzione tra i cittadini e sui media locali e nazionali. Questo meccanismo responsabilizza i cittadini che diventano i veri protagonisti del cambiamento.

Nel mese di Maggio il Consiglio Comunale di Reggio Emilia ha approvato all’unanimità la mozione di iniziativa popolare per richiedere misure di tutela per le donne affette da endometriosi, una mozione espressa dai cittadini reggiani con oltre 500 firme raccolte in appena 2 settimane nel mese di marzo.

La portavoce e promotrice della campagna Sara Beltrami è intervenuta in sala tricolore dove è stata rilevata una convergenza di obiettivi da consiglieri di ogni schieramento e partito, che hanno espresso interesse e partecipazione per un tema che si è rivelato trasversale e urgente da affrontare: ” Quando ho pensato a “Endometriosi: firma adesso!” ho pensato a una mobilitazione e a una responsabilizzazione dei cittadini e così è stato. Si sono attivate tantissime persone che non sono pazienti o familiari e forse è proprio questo il risultato più grande, specialmente dopo 2 anni di pandemia che avevano pressoché azzerato la nostra socialità”.

Reggio Emilia prima città ad approvare il testo

Reggio Emilia è diventata così la prima città italiana ad approvare il testo di questa specifica mozione basata sull’evidenza scientifica, che impegna il Comune di riferimento in alcune misure territoriali sull’endometriosi per le giovani e i professionisti della salute, e che prevede una segnalazione al Ministero della Salute, e alle commissioni preposte in Senato e Regione Emilia Romagna al fine di ottenere un cambiamento sistemico e legislativo espresso dagli stessi cittadini attraverso la firma.

Perché il meccanismo solleciti il Governo è necessario che più comuni italiani ora aderiscano al medesimo iter, un passo che sta già avvenendo in più comuni reggiani dove questo meccanismo di partecipazione dei cittadini non ha più segreti.

Parallelamente all’iniziativa territoriale, i cittadini emiliano-romagnoli hanno firmato in diversi punti firme raccogliendo in poche settimane migliaia di adesioni.

Stefano Bonaccini e  Elly Schlein incontrano il comitato ‘Endometriosi: firma adesso’

Il comitato ‘Endometriosi: firma adesso’, lunedì 23 maggio pomeriggio in Regione, a Bologna, ha incontrato il presidente Stefano Bonaccini per consegnare le 4 mila firme di adesione da parte di cittadini emiliano-romagnoli raccolte in appena due mesi di campagna: “E’ importante tenere alta l’attenzione su una patologia invalidante e dolorosa, che purtroppo segna la vita di tante donne, dall’adolescenza all’età matura -afferma il Presidente Bonaccini, durante l’incontro-. In Emilia-Romagna molto già si fa, grazie a una rete che garantisce la presa in carico precoce e la gestione multidisciplinare delle pazienti, ma è giusto rafforzare ancora l’impegno, anche grazie al prezioso supporto del mondo associativo che ben conosce problemi ed esigenze delle donne colpite da questa malattia”.

Presente in Sala Giunta anche la vicepresidente Elly Schlein.

A breve, ci sarà l’incontro con l’assessore alle politiche per la salute.

 


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