a cura di Rossana Di Renzo

Cos’è la dignità?

Cosa vuol dire in un periodo cosi complesso, come quello della pandemia, dare dignità ad una condizione come quella degli anziani presenti nelle RSA? Cosa rappresenta per noi il rispetto di questa condizione umana?

La dignità umana è una dimensione di appartenenza inviolabile al nostro essere e costitutiva del nostro agire.

La dignità umana, infatti, intesa come valore e fondamento dei diritti dell’individuo in tutte le fasi della sua esistenza, è un concetto che appartiene a ciascun uomo. E’ quindi possibile considerarla come proprietà universale del genere umano.

Trattasi, di un diritto connaturato ai concetti di eguaglianza e libertà, ma che preserva anche il diritto alla diversità e all’identità che non può mai tradurre l’uomo in oggetto.

La dignità, intesa come valore etico e fonte di ogni diritto umano, è una conquista relativamente recente. Nello statuto dell’ONU e nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 1949 viene definita come:

«L’unico e sufficiente titolo necessario per il riconoscimento della dignità di un individuo è la sua partecipazione alla comune umanità».

Eppure, non siamo riusciti a garantire dignità alle persone che amiamo.

Parliamo delle persone ricoverate nelle RSA che sono state sottratte agli occhi dei loro cari, alle loro carezze, alla loro vicinanza e consolazione e spesso sono morti in piena solitudine. Inoltre l’isolamento lede l’autonomia fisico-relazionale delle persone e le ferisce alterando la loro ordinaria condizione di benessere.

Solitudine, angoscia, senso di abbandono, sconforto, pazienza sono queste le lezioni più difficili, quelle che rimarranno più a lungo nelle nostre menti anche dopo la fine di questa pandemia. 

“Privare un malato di un proprio caro è come privarlo di una medicina importante” sottolinea un caregiver.

La vicinanza alle persone è importante e necessaria per curare, così come la prescrizione di un farmaco. Per questo motivo, non si dovrebbero interrompere le visite.

I familiari, in questi mesi, si sono sentiti impotenti di fronte a disposizioni che impongono di non poter far visita ai propri cari, di non potersi prendere cura come invece avveniva prima del Covid.

Come siamo arrivati alla chiusura delle RSA?

La pandemia ha attivato complessi problemi deontologici e bioetici, tra le quali la necessità di assumere decisioni rapide e inusuali, come quella di decidere la chiusura delle RSA per tutelare la salute degli ospiti e dei professionisti.

Uno dei primi problemi emersi dopo l’inizio della pandemia da Covid 19 è stato quello di gestire i parenti degli anziani per l’accesso in RSA.

I focolai che sono scoppiati hanno poi bloccato gli ingressi. Naturalmente scelta sofferta ma doverosa per evitare il contagio, anche se ha inevitabilmente creato problemi: sia agli ospiti, ai familiari e agli operatori presenti nelle strutture.

Dai dati Iss emerge che il 40,2% del totale dei decessi nelle case di riposo ha interessato residenti contagiati dal Covid. Il dato più alto in assoluto è stato rilevato in Emilia Romagna col 57,7%, davanti alla Lombardia col 53,4%. La seconda provincia in Italia per tasso di mortalità nelle RSA a causa del Coronavirus è Reggio Emilia, dietro a Bergamo.

Riaprire le RSA, la Regione detta le regole

La Regione Emilia Romagna, nel mese di giugno, ha emanato le linee guida: Indicazioni per l’accesso di visitatori ed operatori esterni alle strutture residenziali per anziani e disabili.

Un familiare sottolinea che le linee guida sono rigide per quanto riguardano i diritti di visita parenti.Molti dei residenti di queste strutture hanno la demenza e privarli delle visite dalle loro famiglie è come privarli delle medicine.

So che le RSA stanno facendo un’enorme sforzo per proteggere la salute e la sicurezza dei loro pazienti, ma a quale costo? Stanno venendo negate necessita’ di base per la felicita’ e il benessere di queste persone. Vorrei che venisse rifatta un’analisi del rapporto tra benefici e controindicazioni delle attuali restrizioni.

Le persone nelle case di cura, particolarmente quelle con la demenza, dovrebbero essere tra le prime, non le ultime, ad avere il permesso di ricevere visite dai loro cari. Sono consentite visite per una mezz’ora alla settimana. Loro che sono le persone più fragili dovrebbero avere per primi, e non per ultimi, il diritto di un contatto umano, pur mantenendo le norme di sicurezza. Limitare a solo una mezz’ora a settimana ad una persona con la demenza la possibilità di vedere e toccare un membro della propria famiglia o il loro caregiver principale, significa rifiutare loro un aspetto chiave della loro salute e del loro benessere. Perché non consentire delle visite più frequenti sfruttando gli spazi all’aperto finché il clima ce lo permette? Perché non considerare altre soluzioni?”

COVID, RSA e qualità di vita degli anziani

Condividiamo la domanda posta dal caregiver, l’estate non era l’occasione per migliorare la vita degli ospiti delle RSA? Non era l’occasione per sperimentare incontri potendo usufruire di ampi spazi esterni attrezzati, del calo dei contagi, di strumenti di rilevazione della presenza del virus, la disponibilità di DPI?

Certo tutto era a discrezione dei responsabili delle RSA e tutto sotto la loro  responsabilità. Dopo quello che avevamo vissuto chi voleva mettere a repentaglio la vita altrui? Chi voleva rischiare per poi dover affrontare le conseguenze?

In un articolo pubblicato del 16/10/2020 Marco Trabucchi, presidente dell’associazione italiana di psicogeriatria condivide una riflessione“Mi chiedo se come comunità civile possiamo permetterci di far soffrire in questo modo i vecchi più fragili o se, proprio come comunità civile, non dovremmo invece avere il coraggio di decidere per l’apertura, accettandone assieme i rischi e le conseguenze. In questo modo si ridurrebbe, almeno in parte, il peso che devono portare sulle loro spalle i responsabili delle strutture”.(per leggere l’articolo: https://www.difesapopolo.it/Fatti/Rsa-e-di-nuovo-chiusura-Possiamo-permetterci-di-far-soffrire-cosi-i-nostri-anziani).

Misure per favorire le visite in sicurezza nelle RSA

Sono trascorsi i mesi ed oggi ci ritroviamo, come era prevedibile, in una situazione pandemica pari a quella di marzo, ma non è più accettabile. Ce lo ricordano i numerosi appelli delle famiglie, dei cittadini e delle Associazioni.

E’ di questi giorni l’apertura delle regioni, come il Veneto e l’Emilia Romagna per far sì che malati e familiari, in sicurezza, s’incontrino.

Il 7 ottobre il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, annuncia in una videoconferenza “Da lunedì prossimo le 300 case di riposo testeranno tutti i visitatori” Le cose nelle case di riposo stanno andando abbastanza bene – precisa – ma abbiamo alcuni segnali che spingono a rafforzare l’attenzione” Il tampone rapido sarà erogato da personale specializzato, interno o esterno alle strutture e darà l’esito in pochi minuti”. “In caso di negatività – conclude Zaia – le famiglie e gli amici entreranno subito in assoluta sicurezza, garantendo così protezione massima agli ospiti e avendo ricevuto gratuitamente un servizio importante per loro stessi“.

Il 22 ottobre La vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini informano che entro la prima decade di novembre, in concomitanza con l’arrivo dei tamponi rapidi, i parenti potrebbero avere la possibilità di effettuare il tampone direttamente nella struttura e, se l’esito sarà negativo, di vedersi autorizzare dai gestori la possibilità di incontrare i propri cari lì ospitati.

La direzione generale dell’assessorato al Welfare e alle Politiche per la salute definirà già nei prossimi giorni le modalità operative della distribuzione dei tamponi rapidi, dopo un confronto diretto con i gestori delle strutture che li richiederanno: Case-residenza per anziani non autosufficienti (Cra), Case di riposo e comunità alloggio per anziani, Centri socio-riabilitativi residenziali per disabili e Case famiglia e gruppi appartamento per anziani e disabili (Csrr).

E’ indispensabile– sottolineano la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini – trovare una soluzione a quello che giustamente viene vissuto come un dramma nel dramma: l’impossibilità di stare vicino ai propri affetti in un momento così delicato e doloroso come quello che stiamo vivendo, con il rischio da parte di persone che già si trovano in condizioni di fragilità di sentirsi isolate e quasi dimenticate. Naturalmente la sicurezza va garantita e rimane la priorità assoluta, ma accanto all’esigenza sanitaria ne esiste una, altrettanto importante, che è quella affettiva, umana. Non bisogna arretrare di un millimetro sulle norme di sicurezza, ma non possiamo ignorare il dolore dei familiari dei degenti che non vogliono lasciarli soli“.

Naturalmente rimane l’attenzione all’uso dei DPI da parte dei visitatori.

Queste sono buone pratiche, questa è una iniziale risposta al titolo dell’articolo. “DARE DIGNITA’ ALLA PERSONE RICOVERATE IN RSA”.

 

Nel prossimo futuro per riflettere su questi temi ci auguriamo che la Regione Emilia Romagna favorisca la partecipazione di Cittadini e Associazioni. Avviare questi circoli virtuosi è nell’interesse delle Istituzioni perchè contribuisce a qualificare la loro azione, a renderla più efficace ed incisiva.

Ciò di cui abbiamo bisogno è soprattutto un patto fiduciario rinnovato fra cittadinanza e istituzioni, se collettivamente vorremo uscire rinnovati dalla pandemia e costruire un’Italia rinnovata in una nuova Europa“.

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Per approfondire:

Indicazioni normative e organizzative specifiche per le RSA: https://www.upipa.tn.it/Utilita/Emergenza-Covid19/Indicazioni-normative-e-organizzative-specifiche-per-le-RSA
Indicazioni per l’accesso di visitatori ed operatori esterni alle strutture residenziali per anziani e disabili: https://www.upipa.tn.it/Utilita/Emergenza-Covid19/Indicazioni-normative-e-organizzative-specifiche-per-le-RSA/Normativa-inerente-la-riapertura-delle-strutture-sociosanitarie-nel-resto-d-Italia/Regione-Emilia-Romagna
Giornata mondiale dell’Alzheimer 2020https://www.cittadinanzattiva-er.it/giornata-mondiale-dellalzheimer/
Le ricadute del covid 19 sui malati con demenza e i loro care giverhttps://www.cittadinanzattiva-er.it/le-ricadute-del-covid-19-sui-malati-con-demenza-e-i-loro-care-givers/

Covid 19 è stato devastante per chi era ospite nelle RSA:https://www.cittadinanzattiva-er.it/covid-19-e-stato-devastante-per-chi-era-ospite-nelle-rsa/

Campagna caregiver “HO DIRITTO A…”https://www.cittadinanzattiva-er.it/category/caregiver/

Foto da PixaBay


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