COP 29 CHE COS’È?
La COP 29 è la ventinovesima Conferenza delle Parti alla quale partecipano i rappresentanti dei Paesi (197 Paesi più l’Unione Europea) che hanno sottoscritto la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici del 1992.
La Conferenza ha come obiettivo la riduzione delle emissioni dei gas serra che è alla base del riscaldamento del Pianeta.

LA COP 29 A BAKU
La COP 29, che si è svolta quest’anno a Baku in Azerbaigian dall’11 al 22 novembre, aveva due principali compiti, già annunciati alla COP28 a Dubai nel 2023:
Stabilire i finanziamenti ai paesi più poveri della Terra per fronteggiare i danni causati dal cambiamento climatico, incrementati spesso dalle attività dei paesi più ricchi
Attuare l’impegno di eliminare gradualmente i combustibili fossili per
ottenere riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni climalteranti, e rimanere al di sotto della soglia di 1,5°C di aumento della temperatura media mondiale.
A Baku la cifra per affrontare la transizione ecologica, richiesta fin dall’inizio della Conferenza, era pari a 1.300 miliardi di dollari l’anno entro il 2035.

L’ACCORDO FINALE
Nell’ambito dei 1300 miliardi auspicati, l’accordo finale di erogare solo 300 miliardi di dollari l’anno entro il 2035 ai paesi in via di sviluppo, ha scontentato questi ultimi che chiedevano cifre superiori e di facile accesso per non essere gravati di ulteriori debiti.
Ad ostacolare l’incremento della finanza climatica a favore dei paesi più poveri sono stati anche Cina, India, Arabia Saudita che, pur considerati tra i paesi più ricchi del pianeta, continuano a far parte dei paesi in via di sviluppo sulla base della Convenzione  del 1992, per cui contribuiscono alla finanza climatica solo su base volontaria.
Per quanto riguarda il secondo obiettivo: eliminare gradualmente i combustibili fossili, vi è stato un arretramento rispetto alla COP 28 di Dubai:
l’Unione europea puntava a mettere in piedi un monitoraggio annuale delle attività per uscire da petrolio, gas e carbone, ma il documento finale della Conferenza, che avrebbe dovuto rilanciare l’attuazione del processo, non ne fa menzione.

COMMENTI

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres: Speravo in un risultato più ambizioso, ma questo accordo fornisce una base su cui costruire. Deve essere onorato per intero e nei tempi previsti ricordando che i paesi in via di sviluppo sommersi dal debito, colpiti da disastri e lasciati indietro nella rivoluzione delle energie rinnovabili, hanno un disperato bisogno di fondi

Il Commissario europeo per il clima Wopke Hoekstra vede l’aspetto positivo di una nuova era, perché finalmente si è deciso di finanziare i Paesi più poveri per combattere il riscaldamento globale

Legambiente boccia l’accordo perché Impegna i Paesi industrializzati a mobilitare appena 300 miliardi di dollari l’anno entro il 2035, all’interno di un vago traguardo di 1.300 miliardi che si spera di raggiungere grazie al contributo di tutti gli attori pubblici e privati. L’Europa e gli altri Paesi industrializzati non sono stati in grado di fornire ai più poveri e vulnerabili le necessarie risorse finanziarie per superare insieme la drammatica emergenza climatica globale

Greta Thunberg
ritiene che le persone al potere stanno ancora una volta per concordare una sentenza di morte per un numero sconfinato di persone, le cui vite sono state o saranno rovinate dalla crisi climatica

Gilberto Pichetto Fratin Ministro dell’Ambiente dell’Italia dichiara che si tenterà di colmare la differenza tra i 300 miliardi a cui hanno aderito i paesi ricchi e i 1300 miliardi richiesti dai Paesi in via di sviluppo con gli investimenti privati. In molti paesi poveri non ci sono le condizioni per attirare i privati, noi dobbiamo crearle, dal quadro regolatorio agli incentivi, per dare ai privati garanzie sui loro investimenti.

Papa Francesco ha esortato le nazioni ricche a riconoscere la gravità di tante decisioni passate e a condonare i debiti ai Paesi poveri. Sostiene che più che generosità è questione di giustizia.
Il Pontefice chiede di porre in atto una nuova architettura finanziaria internazionale:
no all’egoismo individuale e di gruppi di potere che alimenta sfiducia e divisione.

CONCLUSIONI

La Cop 29 ha ottenuto risultati considerati complessivamente deludenti non solo dai paesi in via di sviluppo ma anche da tutti coloro che sono ragionevolmente preoccupati dall’aggravamento della crisi climatica.
Per i paesi più ricchi prevalgono le preoccupazioni per i costi del passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, come se tale passaggio debba comportare un sacrificio di benessere che le popolazioni dei paesi più ricchi e i loro rappresentanti pubblici considerano troppo oneroso.
I risultati deludenti palesano anche una scarsa percezione dei disastrosi fenomeni atmosferici che, senza  attenuazione delle cause, si aggraveranno con costi economici e umani sempre più rilevanti.
La cifra di 1300 miliardi richiesti per coinvolgere anche i paesi poveri verso la transizione ecologica  è ragionevolmente reperibile?
Scienziati e ambientalisti rispondono con questo dato di confronto: la spesa militare globale ha raggiunto 2.300 miliardi di dollari nel 2023, quest’anno è previsto sia ancora più alta.
 Tutti gli Stati, soprattutto quelli più sviluppati, che hanno maggiormente contribuito a inquinare aria, acque e suolo, hanno il dovere morale di concorrere a non peggiorare le condizioni climatiche del pianeta e ad aiutare i paesi meno industrializzati nella transizione ecologica.

La comunità globale continuerà a incentivare la ricerca per ridurre l’immissione nell’atmosfera di gas serra e a discutere sui meccanismi per sostenere la finanza climatica nella prossima COP 30 che si terrà nel 2025 in Brasile.

SITO  UFFICIALE COP29

foto generata da Chat GPT


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