Focus sull’assistenza integrativa” Bologna, 16 novembre 2013
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Si è tenuto il 16 novembre 2013 a Bologna presso la Sala riunioni dell’ “Istituto Minguzzi”, in via S. Isaia 90, dalle ore 9.30 alle ore 12.30 un Convegno sull’assistenza integrativa.

L’iniziativa, realizzata con il sostegno non condizionato di Assobiomedica, ha inteso avviare un confronto tra cittadini e istituzioni locali sul tema dell’assistenza integrativa nella Regione Emilia Romagna.
L’obiettivo è stato quello di dare un contributo civico, finalizzato ad avviare azioni di miglioramento nell’organizzazione e nella gestione dell’assistenza integrativa e, di conseguenza, rendere il servizio più efficiente e più vicino ai bisogni degli utenti.
L’impegno di Cittadinanzattiva Emilia Romagna e di tutto il tavolo di lavoro impegnato su questo progetto è  stato quello di fornire indicazioni strategiche e operative a Regione, Asl e, più in generale, a tutti gli operatori del settore, affinché l’Assistenza integrativa possa rispondere maggiormente alle necessità dei pazienti ed al loro bisogno di cura.
L’assistenza integrativa rappresenta un’area particolarmente sensibile del servizio sanitario nazionale: il dato, presentato nell’ambito del Rapporto Pit Salute del 2012, informa che l’assistenza protesica è la terza voce maggiormente segnalata (con l’11,3%) dai cittadini, dopo le difficoltà d’accesso alle prestazioni e la presunta malpractices.
I dati sull’assistenza integrativa in Emilia Romagna.
Il servizio di assistenza integrativa a livello regionale, pur rispondendo al bisogno espresso dai cittadini, presenta situazioni critiche sulle quali è necessario avviare azioni di miglioramento:
• Difficoltà nell’erogazione (39% delle segnalazioni. In particolare i cittadini lamentano l’elevata burocrazia del procedimento (44%), modalità di distribuzione inadeguate alle esigenze (22,2%), elevate difformità territoriali nelle procedure di autorizzazione e erogazione (16,6%) e tempi eccessivamente lunghi (16,8%).
• Adeguatezza dei dispositivi  (35% delle segnalazioni. All’interno di questa voce troviamo con il 45% delle segnalazioni i quantitativi erogati insufficienti, la qualità scadente dei prodotti concessi (20%), la scarsa innovatività (20%) e la mancanza di personalizzazione del prodotto alle reali esigenze personali (15%).
• Informazione carente (26% delle segnalazioni. In questo caso sono le scarse informazioni su modalità di erogazione degli ausili (31%), su modalità di rinnovo dell’erogazione (30%), su requisiti per ottenere gli ausili (22%) e su possibilità di libera scelta del dispositivo).
• Scarsa qualità dei prodotti (22% delle segnalazioni. Tale dato riguarda la scarsa qualità dei prodotti che costringe a usare più ausili insieme (pannoloni) o a sostituirli più frequentemente.)
• Mancanza di personalizzazione dell’ausilio (19% delle segnalazioni i cittadini lamentano la mancanza di personalizzazione dell’ausilio consegnato che non risponde ai bisogni di genere, età e particolari bisogni non solo clinici ma anche psicologici e sociali).
• Costi a proprio carico (17% delle segnalazioni In questo specifico ambito in Emilia Romagna si spendono soldi per sopperire alla scarsa quantità di ausili erogati (33%),  ai tempi eccessivi di erogazione dei dispositivi (26%), in sostanza i cittadini sono costretti ad anticipare le spese in attesa dell’effettiva disponibilità dell’ausilio.).
Le proposte civiche di Cittadinanzattiva, emerse dal tavolo di lavoro:
1) Empowerment e partecipazione dei cittadini e delle associazioni nelle iniziative di miglioramento dei servizi, attraverso la raccolta delle evidenze dei cittadini, nell’ambito delle gare uniche d’acquisto
2) Educazione al paziente e al Caregiver, con l’implementazione di percorsi di Empowerment, al fine di rendere maggiormente autonomo, confidente e partecipe il cittadino e ridurre i costi (economici ed umani) derivanti dalle possibili complicanze.
3) Omogeneizzazione e semplificazione delle procedure per l’accesso e l’autorizzazione dei dispositivi.
4) Personalizzazione, a garanzia della libera scelta sui dispositivi e sulla modalità di distribuzione, prevedendo una procedura autorizzativa trasparente e snella e assicurando la rispondenza dei quantitativi alle esigenze reali dei pazienti.

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