Il presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha stabilito che da lunedì 9 marzo sul territorio regionale sono in vigore le norme sancite dal DPCM 8 marzo 2020.
Nelle province emiliano-romagnole di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini sono previste misure più restrittive a causa della maggiore diffusione del virus. Queste misure contenute nel decreto sono valide dall’8 marzo al prossimo 3 aprile.
Nelle altre province dell’Emilia-Romagna Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena restano in vigore le altre misure di contenimento del contagio valide anche su tutto il territorio nazionale. [leggi la scheda con misure per le altre province]

I punti essenziali

Libertà di spostamento per lavoratori e merci
E’ possibile lo spostamento per ragioni di lavoro fra le province e all’interno di esse. E’ garantito il diritto a lavorare per chi è in buona salute, non presenta sintomi né deve rispettare il periodo di quarantena. Gli spostamenti devono avvenire esclusivamente per ragioni di lavoro o di necessità. [DPCM 8 marzo 2020]

Cosa devono fare i cittadini? Se non fanno parte della categoria per la quale sono sospesi i congedi ordinari, possono chiedere al datore di lavoro se sussistono le condizioni di svolgere l’attività a domicilio smart-working, come prevede la Direttiva emergenza epidemiologica da COVID-2019. Può chiedere anche al datore di lavoro, pubblico e privato, di promuovere, durante il periodo di efficacia del presente decreto, di usufruire dei periodi di congedo ordinario e di ferie, come prevede il DPCM 8 marzo 2020.

Sospensione di attività sportive e ricreative
D’accordo con i sindaci dei territori esclusi dalle misure più restrittive, è stata emanata un’ordinanza che estende la sospensione dell’attività di palestre, piscine, attività ricreative anche alle zone che il Governo aveva escluso e che quindi varranno in tutto il territorio regionale.

Cosa devono fare i cittadini? Dal momento che la sospensione delle attività sportive e ricreative è attiva su tutto il territorio regionale anche nelle province che sono escluse dal DPCM 8 marzo 2020 è opportuno rispettare tale disposizione e evitare tassativamente situazioni illegali che tra l’altro sono pericolose per la salute.

Sospensione dell’attività dei centri diurni
E’ sospesa l’attività dei centri diurni in tutta l’Emilia-Romagna con l’intenzione di proteggere quella parte della popolazione più fragile che oggi li frequenta, persone non autosufficienti che trovano in questi servizi un supporto molto importante. I Comuni sono chiamati in causa per rafforzare l’assistenza domiciliare.

Cosa devono fare i cittadini? Anche questa norma è attiva in tutte le province della regione e non solo quelle interessate dal decreto. E’ attiva dal 9 marzo ma sembra che si procederà gradualmente alla sospensione dell’attività. Pertanto è opportuno che i familiari delle persone che frequentano i centri chiedano ai gestori dei centri stessi quali sono le procedure da seguire per ottenere le forme alternative di sostegno che metteranno in campo i Comuni. Contemporaneamente possono chiedere informazioni ai Servizi Sociali del Comune in cui risiedono per capire quali sono le modalità per accedere all’assistenza domiciliare che sostituirà l’attività dei centri diurni. 


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