di Walther Orsi

Come ho esplicitato nella precedente newsletter (“Giovani, lavoro ed emergenza educativa”) questa società sta vivendo una vera e propria emergenza educativa, ma sembra ignorare, o sottovalutare la sua gravità. Di fronte ai segnali preoccupanti comunicati dai mass media, le persone tendono a rimuoverli, essendo sempre più sommersi da tanti altri problemi ed eventi che generano  ansia ed aumentano ulteriormente il senso di impotenza dei cittadini.

Questi segnali preoccupanti non vengono messi in collegamento fra loro e non riescono a produrre un quadro interpretativo più ampio. Molto spesso i singoli problemi ed eventi tendono a stimolare meccanismi  di comprensione che semplificano, o addirittura stravolgono una realtà molto più complessa.

Ecco allora che il fenomeno dell’aumento dei giovani che non studiano e non lavorano può diventare l’occasione per  attribuire le cause alla scarsa disponibilità dei giovani a rimboccarsi le maniche, ad accettare le offerte di lavoro che esistono.

L’aumento della violenza e dell’aggressività e della diffusione della droga fra i giovani, può originare interpretazioni che attribuiscono la causa alla presenza degli immigrati.

La crescente riduzione della natalità  viene attribuita quasi esclusivamente alla preoccupazione di non avere la disponibilità economica per mantenere un figlio.

Quando questi segnali preoccupanti riescono a stimolare l’individuazione di possibili soluzioni, ancora una volta le proposte sono settoriali e fortemente ancorate a meccanismi di delega. Le risposte ai problemi dei giovani vengono demandate a volte alla politica e alle istituzioni,  altre volte alla scuola e ai servizi socio-sanitari.

Leggi la newsletter completa: https://bit.ly/3gbrxiL


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