Accesso ai servizi essenziali: quali sono e qual è il ruolo delle Amministrazioni locali e di Cittadinanzattiva?

Cittadinanzattiva Emilia-Romagna si occupa, tra le diverse tematiche, anche di sostenibilità, accessibilità e rispetto delle risorse esistenti e dei beni comuni. L’obiettivo è quello di promuovere l’accesso, da parte dei cittadini, ai servizi essenziali offerti dal proprio Comune di residenza.

Ne abbiamo parlato con Tiziana Toto, Responsabile delle politiche dei Consumatori per Cittadinanzattiva.

⇒ N.B. Sotto il video troverete la trascrizione dell’intervista.

 

  • Come responsabile di Cittadinanzattiva delle politiche dedicate ai consumatori, quanto è importante che i cittadini accedano ai servizi essenziali offerti dal loro comune di residenza? 

È molto importante che i cittadini accedano ai servizi essenziali offerti dal loro comune di residenza, parliamo dei diversi servizi pubblici locali, come trasporto pubblico locale o raccolta e gestione dei rifiuti urbani, asilo nido comunale, servizio idrico integrato. 

L’accesso a questi servizi è importante, questi servizi sono elemento importante per la società perché sono strumenti essenziali di solidarietà sociale nella ridistribuzione della ricchezza e dell’esercizio del diritto di cittadinanza. Perchè, tra le componenti a livello di povertà o vulnerabilità, rispetto alla povertà dei cittadini consumatori italiani non bisogna sottovalutare l’equità di accesso ai servizi pubblici locali. 

In passato si parlava di costo di cittadinanza, ma non è un concetto passato, è un concetto ancora attivo. Fa riferimento al costo che viene sostenuto dai cittadini consumatori per usufruire di servizi pubblici basilari come quelli già citati. Tale costo varia notevolmente a seconda del luogo di residenza e dipende sia dalla quantità che dalla qualità dei beni e dei servizi che vengono utilizzati. Le differenze territoriali che abbiamo avuto modo di constatare nel corso degli anni, non investono esclusivamente la dimensione economica, ma anche quella qualitativa e di stesso accesso ai servizi.

Lo vediamo ad esempio con le criticità che sono riscontrabili rispetto alla disponibilità di trasporti pubblici locali nelle località che sono meno urbanizzate e considerate anche zone a domanda debole, quindi dove non si ritiene conveniente investire in tali servizi. O ancora il caso delle vaste aree del Sud o delle isole, che sono soggette periodicamente (o in alcuni casi costantemente) alla fornitura discontinua del servizio idrico, oppure ad una gestione della raccolta dei rifiuti che è inadeguata e ancora oggi presenta dei livelli bassissimi di raccolta differenziata.

Un altro caso che accentua le diseguaglianze di questo paese è rappresentato dal numero insufficiente degli asili nido comunali che ancora una volta caratterizza soprattutto le regioni meridionali e che va ad incidere negativamente su quelli che sono già gli alti tassi della disoccupazione femminile, e quindi disparità di accesso tra generi al mondo del lavoro. Per concludere direi che la diseguale possibilità di accesso sia economica che fisica ai servizi pubblici locali determina delle notevoli disparità in termini di sviluppo e di coesione sociale delle singole comunità. Siamo ancora nel caso di servizi che sono caratterizzati da limitati e in molti casi anche inesistenti strumenti di tutela per il cittadino consumatore. 

  • Esiste un protocollo che le amministrazioni comunali devono seguire per informare la cittadinanza a riguardo?

Questi servizi sono generalmente regolati da appositi regolamenti che ne descrivono tutte le caratteristiche, incluse anche quelle dell’accesso dei singoli cittadini consumatori. Queste informazioni ovviamente devono essere rese disponibili in modo puntuale sui siti web sia delle amministrazioni comunali o nel caso in cui i servizi vengano dati in affidamento o gestiti da società terze, anche sui siti web delle specifiche società.

Poi c’è un documento che più di tutti dovrebbe caratterizzarsi come veicolo per fornire le informazioni utili ai cittadini, ed è la Carta dei servizi, il documento con il quale l’amministrazione si assume proprio una serie di impegni nei confronti dei cittadini circa questi servizi, la modalità di erogazione e anche gli standard di qualità degli stessi. Oltre a queste caratteristiche dovrebbero descrivere anche dei meccanismi di partecipazione degli stessi cittadini e delle associazioni che ne rappresentano gli interessi durante la valutazione degli stessi servizi, nonché dare delle indicazioni per una riorganizzazione dei servizi in modo che siano effettivamente utili per chi li deve utilizzare. Non ultima, anche le carte dovrebbero riportare le modalità di tutela che sono previste per il cittadino nel caso in cui subisca dei disservizi legati all’utilizzo degli stessi.

La Carta dei Servizi nasce proprio come uno strumento di tutela per i cittadini, parliamo ormai del lontano 1994 ed era denominata proprio “Principi sull’erogazione dei servizi pubblici” e questi principi, che vengono riportati all’interno della della carta come derivanti dalla direttiva del Presidente del consiglio dei ministri nel ’94, fanno riferimento al principio dell’uguaglianza: tutti gli utenti hanno gli stessi diritti e devono essere messi nelle condizioni di poter usufruire di questi servizi.

Deve essere garantita ovviamente la parità di trattamento nelle diverse aree geografiche, cosa che vediamo non accadere ancora oggi a distanza di svariati anni, anche tra le diverse categorie di utenti. Devono essere forniti in maniera continua e regolare e dove è possibile gli utenti hanno diritto di scegliere l’ente erogatore, anche nel caso dei servizi pubblici locali. Stiamo parlando in genere di monopoli di fatto e quindi con un fornitore specifico dal quale non si può prescindere. Gli utenti devono essere trattati con obiettività, giustizia e imparzialità (secondo i principi riportati nella carta) e poi deve essere assicurato il diritto alla partecipazione del cittadino, così come dovrebbe essere garantita l’efficienza e l’efficacia dell’ente erogatore.

  • Qual è il ruolo di Cittadinanzattiva nel far conoscere le caratteristiche dei servizi essenziali?

Cittadinanzattiva promuove da tanti anni iniziative proprio politiche, campagne di informazione e sensibilizzazione su tutti questi servizi pubblici locali, per favorire un nuovo approccio al ruolo degli stessi utenti. Un ruolo che preveda un pieno coinvolgimento dei cittadini nella definizione di accessibilità, qualità e cura degli stessi servizi. L’obiettivo è proprio quello di informare le persone su come partecipare attivamente alla costruzione dei propri diritti e quali strumenti di tutela possono adoperare per farli valere, proprio per mettere in campo quel principio che noi sosteniamo da sempre: fare i cittadini è il modo migliore di esserlo.

A tal proposito da oltre 15 anni Cittadinanzattiva produce dei rapporti annuali sul tema del servizio idrico, dei rifiuti urbani, del trasporto pubblico locale e del servizio di asilo nido comunale, e propone degli approfondimenti tematici anche su altri argomenti. Nei 15 anni che sono passati si è focalizzata in modo particolare su questi servizi e i rapporti originariamente erano costruiti esclusivamente su degli aspetti tariffari dei servizi indagati, ma nel corso degli anni si sono arricchiti di ulteriori aspetti proprio per renderli uno strumento al servizio dei cittadini e delle istituzioni, perchè restituiscano una fotografia della purtroppo disparata geografia dell’Italia in termini di erogazione dei servizi (riguardo appunto agli aspetti tariffari, ma anche la qualità e le tutele).

A fianco al lavoro dell’osservatorio, negli ultimi tre anni, esiste un nuovo strumento (che è una diretta derivazione ovviamente del lavoro dell’osservatorio) ed è il portale InforMap. Ci si accede andando su www.cittadinanzattiva.it/informap ed è una cartina navigabile che rende fruibile per ogni capoluogo di provincia informazioni e approfondimenti sulle tariffe e le agevolazioni, sulla qualità, sulle tutele e su altri riferimenti utili rispetto ai quattro servizi citati. Dallo stesso portale è anche possibile il download dei singoli rapporti realizzati.

  • Come si insegna e si promuove il rispetto delle risorse esistenti e dei beni comuni?

Bisogna fare in modo che ci sia una presa di coscienza tra tutti. Ormai esiste una incompatibilità tra i limiti ambientali del pianeta e quello che è l’attuale modello di produzione e di consumo, e questa incompatibilità rende necessario un cambiamento significativo degli stili di vita e dei modelli di produzione e consumo. Cambiamento che deve andare in direzione della promozione dello sviluppo sostenibile dei territori e delle comunità.

Ovviamente questa presa di coscienza, e quindi questa modifica di comportamenti, riguarda tutti: dal singolo cittadino consumatore alle amministrazioni, ai soggetti che organizzano i servizi. I soggetti della filiera produttiva e della filiera di distribuzione sono richiamati all’utilizzo sostenibile delle risorse e anche ad un cambiamento: passare da una modalità di economia lineare ad una modalità di economia circolare.

Certamente il ruolo del cittadino, che è quello su cui noi ci soffermiamo in modo particolare, è cruciale perché può diventare un vero e proprio agente del cambiamento per i prodotti dei consumi, anche per i servizi. Generalmente è, in un mercato, il consumatore quello che crea la domanda di prodotti, quindi può avere un ruolo importante nel creare anche la domanda di prodotti green, di prodotti verdi. Ma può influenzare anche direttamente l’impatto ambientale di un prodotto, sia nelle modalità con cui lo utilizza sia a fine vita, con un giusto conferimento nel momento in cui diventa un rifiuto (se poi effettivamente diventato rifiuto). Perché tutta la questione del riuso del riciclo, dove è possibile, può esercitare una pressione sui produttori, affinché utilizzino sempre di più dei criteri ambientali nello sviluppo dei prodotti, a partire proprio dalla fase iniziale e quindi dal modo in cui sono disegnati i prodotti fino ai processi produttivi.

Il cittadino consumatore, poi, può influenzare le persone della sua rete sociale, fornendo un esempio da seguire. Il comportamento quindi è un potente strumento e ogni cittadino, ogni giorno, può fare delle scelte che contribuiscano a determinare la direzione in cui deve andare il nuovo concetto di economia.

Ringraziamo Tiziana per averci concesso quest’intervista.


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