a cura di Alessandro Cossu
Sarà davvero utile non fermarmi?
Non fermiamoci! Mi risuona nella testa questo appello. Ma come sempre, ci rimugino perché c’è qualcosa che mi stona.
Sarà davvero utile non fermarmi? In fondo, mi occupo di comunicazione, non sono certo un operatore sanitario in prima fila, o una persona impegnata nella produzione di beni essenziali.
Me lo sono chiesto, lo confesso, per poco tempo. Poi, come sempre, mi sono rituffato nel flusso di informazioni delle agenzie stampa, quotidiani, portali e social network. E in qualche istante mi sono convinto che sì, è importante non fermarsi, e che ognuno di noi può e deve fare la sua parte non solo per evitare che il nostro Paese, e con esso la sua comunità, scompaia sconfitto da un virus.
Ma soprattutto perché, anche in questo periodo in cui il rispetto per le fonti certe e accreditate è fondamentale, tutti scrivono di tutto. Sì, inizio a odiare profondamente questo approccio da tuttologi che tutti, me compreso, per l’avvento della comunicazione dematerializzata, quella “social” o “digital” che dir si voglia, hanno portato fuori dai luoghi in cui era relegato e messo in piazza. Mentre prima si parlava di “chiacchiera da bar”, di “4 chiacchiere tra amici”, in cui ci lasciavamo andare anche a ragionamenti sconclusionati, il richiamo da parte di chi si occupava davvero di quel tema ci metteva in imbarazzo, e evitavamo di dirlo a tutti per non risentirci. A meno, ovviamente, di non aver condotto ricerche solo per il divertimento di sbattere la nostra verità, certificata e basata sui fatti, in faccia a chi ci aveva richiamato alla serietà. Ora no. Il “circolo chiuso” che ci sembra dominare i social ci da’ forza, ci sostiene anche nelle conclusioni più assurde e complottiste, tanto qualcuno che ci sosterrà lo troveremo sicuramente prima o poi.
La mia motivazione l’ho trovata
Ecco, la mia motivazione per non mollare l’ho trovata qui: lavoro da oltre 20 anni in una organizzazione che ha fatto della verifica delle fonti, e della comunicazione non strillata e affidabile la sua cifra. Da anni parliamo del lento definanziamento, depotenziamento e mancato rilancio del Servizio Sanitario Nazionale. Del ruolo centrale che dovrebbero avere i bisogni e i diritti delle persone nelle scelte. Della importanza della partecipazione dei cittadini. Da anni cerchiamo di far comprendere che nelle scelte di politica sanitaria è la scienza che deve guidarci, e non le opinioni. Da sempre cerchiamo di mettere in rete le migliori risorse del nostro Paese, e spingerle a confrontarsi costruttivamente invece che curare ognuno il proprio giardino.
Ognuno deve fare la propria parte
Vedere scorrere le informazioni davanti ai miei occhi ogni giorno mi ha convinto che oggi, più che mai, c’è bisogno di fare ognuno la propria parte. Unire le forze migliori per dare risposte ad emergenze nelle emergenze. Schierarsi apertamente per la prevenzione e non per il lassaiz faire. Presidiare, per chi come me vive di informazione, quello che passa in rete, e avvertire quando le informazioni, o pseudo tali, sono prive di ogni fondamento. Segnalare le migliori pratiche e le risorse utili a tutti. Rendermi utile per quello che so fare, cercando di farlo al meglio. E così, di giorno in giorno, dalle riunioni frontali siamo passati a quelle in remoto. Dal lavoro in presenza al lavoro a distanza (non smartworking, per favore. Quello è altro). Da un orario lavorativo certo ad un tempo liquido, in cui puoi finire alle 16 o alle 21 (più facile alle 21) a seconda degli impegni. Dalle campagne e i progetti precisi e ingegnerizzati a attività di comunicazione imprevedibili, e non per questo meno importanti, per supportare la prevenzione della diffusione del virus e aiutare chi è in prima linea con beni che ne possono salvare la vita. Forse non sto salvando il mondo. Di certo aggiungo però un piccolo mattoncino nella costruzione della realtà che verrà, e di cui nessuno oggi può fare previsioni certe. E, comunque, mi sto salvando io, anzi, meglio, salvo la mia testa e quella di chi vive chiuso in casa con me. Spero.
Foto di Ryan McGuire da Pixabay