Questo brano è tratto dal libro di Rudolf Höss, ufficiale delle SS, fu per due anni il comandante del più grande campo di sterminio nazista, quello di Auschwitz, in cui vennero uccisi più di due milioni di ebrei. Condannato a morte per crimini di guerra, in carcere, in attesa dell’esecuzione, scrisse questa autobiografia. E’ un documento impressionante che ci consente di cogliere l’insanabile contraddizione tra l’enormità dei delitti e le giustificazioni addotte.

 

“… Una volta vidi i due bambini talmente immersi nei loro giochi da non udire neppure la madre, che cercava di portarli via. Perfino gli ebrei del Sonderkcommando non ebbero cuore di afferrare quei bambini. Lo sguardo implorante della madre, che certamente sapeva cosa sarebbe accaduto di lì a poco, è qualcosa che non potrò mai dimenticare. Quelli che erano già entrati nelle camere a gas cominciavano a diventare irrequieti, e fu giocoforza agire. Tutti guardavano me: feci un cenno al sottufficiale del servizio e questi afferrò i due bambini che si dibattevano violentemente e li portò dentro, insieme alla madre che singhiozzava da spezzare il cuore. Provavo una pietà così immensa che avrei voluto scomparire dalla faccia della terra, eppure non mi fu lecito mostrare la minima emozione. Era mio dovere assistere a tutte le operazioni era mio dovere, fosse giorno o notte, assistere quando li estraevano dalle camere, quando bruciavano i cadaveri, quando estraevano i denti d’oro, tagliavano i capelli; dovevo assistere per ore e ore a questi spettacoli orrendi. Nonostante la puzza orribile, disgustosa, dovevo essere presente anche quando si aprivano le immense fosse comuni, si estraevano i cadaveri e si bruciavano. Attraverso le spie aperte nelle camere a gas dovevo assistere anche alla morte, perché i medici richiedevano anche la mia presenza. Dovevo fare tutte queste cose perché ero colui al quale tutti guardavano, perché dovevo mostrare a tutti che non soltanto impartivo gli ordini e prendevo le disposizioni, ma ero pronto io stesso ad assistere ad ogni cosa così come dovevo pretendere dai miei sottoposti.
Il Reichsführer delle SS inviava spesso alti funzionari del Partito e della SS ad Auschwitz affinché assistessero alle operazioni di sterminio degli ebrei. Alcuni di costoro che per l’innanzi erano stati zelanti assertori della necessità di queste stragi, assistendo a questa soluzione finale della questione ebraica diventavano molto silenziosi e pensosi. Spesso mi venne chiesto come potevo io, come potevano i miei uomini assistere di continuo a queste operazioni, come facevamo a resistere. Rispondevo sempre che tutte le emozioni umane dovevano tacere di fronte alla ferrea coerenza con la quale dovevamo attuare gli ordini del Führrer appunto ciascuno di quei signori dichiarava che non avrebbe voluto ricevere un compito analogo. …”

 

da Comandante ad Auschwitz di Rudolf Höss

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