a cura di Violetta Burla

Sarebbe tutto molto semplice se ognuno potesse risolvere i problemi per se stesso, ma così non è, fortunatamente direi. In un mondo fatto di legami c’è chi chiede aiuto e chi lo porge, abbiamo qui due esempi di associazioni che permettono anche oggi ai meno fortunati di trovare sostegno. Come volontaria vi racconto l’esperienza di questi anni con fasce di popolazione fragile.

Sokos 

SOKOS nasce a Bologna nel maggio del 1993 dalla volontà consapevole di un gruppo di amici, medici, con precedenti esperienze in teatri di guerra, contesti di povertà  e di emarginazione o in campi profughi con lo scopo, dichiarato nello statuto, di fornire una risposta al bisogno  – diritto  alla salute alle persone che per motivi, i più diversi, ( marginalità sociale, devianza, migrazione, ecc.. ) vedono insoddisfatta la loro richiesta. La convinzione di poter produrre qualcosa di socialmente utile mettendo a frutto le singole esperienze, ponendole a servizio delle persone più deboli senza pregiudizi e moralismi rappresenta il nucleo attorno al quale SOKOS nasce e si consolida.

Dal 1993 gli ambiti dell’azione di SOKOS si sono via ampliati in parallelo alle diverse emergenze che si sono susseguite: dai profughi di guerra dell’ex-Jugoslavia, a quelli del Kosovo fino ai Curdi e si è poi consolidata in corrispondenza al continuo e crescente flusso di migranti provenienti dall’Est Europa, dall’Africa, dal sud est asiatico e dal Sud America.

Nel 1996 SOKOS riuscì ad avere il primo piccolo spazio operativo all’interno della sede AUSL di Via Montebello e contestualmente a firmare la prima convenzione con l’azienda sanitaria che consente all’Associazione di far fronte alle spese correnti per la gestione degli ambulatori.  Da quel momento i flussi migratori proseguirono in maniera sempre più consistente, vissuti sempre dalle istituzioni come emergenze migratorie legate di volta in volta a differenti etnie e con diverse motivazioni

A chi si rivolge SOKOS?

A persone che, per condizioni sociali, culturali o personali, non possono o non sono in grado di utilizzare i servizi sanitari pubblici presenti sul territorio: a Cittadini stranieri non in regola con le leggi che regolano il soggiorno (senza permesso di soggiorno), cittadini comunitari che non hanno un regolare lavoro e che non possono ottenere l’iscrizione al servizio sanitario regionale, cittadini italiani senza residenza e / o domicili, ecc. Per queste fasce di popolazione fragile SOKOS svolge un ruolo di tutela, ancorché non completa, della salute.

Lo sportello per i migranti di Cittadinanzattiva

Da dicembre 2019 Cittadinanzattiva ha iniziato un’attività di sportello per aiutare i migranti con vari supporti per orientarli nell’espletamento delle pratiche burocratiche necessarie alla loro integrazione nel tessuto sociale cittadino e per l’uso di servizi esistenti sul territorio.

L’ obiettivo è quello non solo fornire servizi e consigli per risolvere problemi amministrativi e inserimento sociale, ma per rendere il più possibile autonomi, attivi e integrati i migranti.

Lo sportello offre sostegno al percorso di richiesta e rinnovo del permesso di soggiorno/carta di soggiorno, ricongiungimento familiare, la domanda di cittadinanza italiana, diritto all’asilo, assistenza sanitaria. punto di informazione su corso di lingua italiana, lavoro e servizi disponibili sui territori.

Immigrazione e Covid-19

Anche in questo periodo i cui ritmi sono dettati dall’epidemia da Covid19, lo sportello ha continuato di lavorare.

Tante persone straniere si sono trovate in difficoltà e non sapevano a chi rivolgersi.

Per le problematiche relative alla salute alcuni migranti, data la loro irregolarità, non sapevano a chi chiedere e come comportarsi in questo momento, non avendo nemmeno un medico di famiglia.

Altri lavorando in nero sono rimasti senza lavoro e hanno iniziato ad avere difficoltà economiche e non avendo la residenza non potevano usufruire dei sostegni pubblici.

Per la scarsa conoscenza della lingua italiana, molti, non sapevano esprimere i loro bisogni o compilare i moduli necessari per beneficiare dei servizi.

Lo sportello ha cercato di dare non solo le risposte alle domane, ma anche di seguire queste persone durante il loro percorso.

Una mamma scrive 

Condividiamo la lettera di una mamma straniera che è stata aiutata a risolvere una situazione difficile.

La sua breve ma intensa testimonianza ci aiuta a capire quanto queste Associazioni possano essere fondamentali e quanto l’aiuto sia necessario per superare momenti di crisi.

Queste iniziative sono importanti e aiutano persone che semplicemente si trovano senza i mezzi per reagire.

Una parola gentile, un sostegno, un’informazione e la collaborazione delle Istituzioni permettono di costruire rapporti di fiducia e far sì che storie ferite diventino storie di rinascita.

Lasciamo che siano le parole di questa mamma a prenderci per mano per capire le preoccupazioni, le difficoltà che ha incontrato in questo momento “unico” per tutti.

Sono una mamma di origine straniera  

Sono arrivata in un paese sconosciuto per me e per i miei figli.  I primi mesi in Italia facevamo fatica perché non sapevo dove andare per varie problematiche. Sono riuscita ad iscrivere i miei figli a scuola e a trovare un lavoro temporaneo. A gennaio ci siamo trasferiti tutti insieme a Monterenzio: mi sono innamorata subito di questo paesino per le sue meravigliose colline, tanto verde, nonché aria fresca e buona.

I ragazzi per andare a scuola a Bologna dovevano alzarsi presto, però non si sono mai lamentati, forse anche loro si sono innamorati di questo posto e si sentivano bene. Eravamo tutti felici, però sfortunatamente abbiamo dovuto affrontare tante problematiche create dalla situazione Coronavirus.

Per continuare la lettura: https://www.cittadinanzattiva-er.it/il-ringraziamento-di-una-mamma-straniera/

 

Foto di Jean-Paul Jandrain da Pixabay

 

 

 

 

 


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