A cura di Martina Ghezzi

Lockdown per l’arte e la cultura

Le conseguenze del lockdown per l’arte e la cultura sono state evidenti: concerti, spettacoli, corsi e laboratori cancellati, cinema e musei chiusi, mostre sospese, produzioni interrotte. Per gran parte del settore, un settore in crisi da anni, il danno è e sarà enorme.

Con l’inizio della fase due si è cominciato a parlare di riapertura. Bar, ristoranti, tra pochissimo anche palestre e centri estetici, tutti potranno ripartire, rispettando le distanze e i vari provvedimenti presi per contenere il virus.

L’arte e cultura senza sostegno

In mezzo a tutto questo, di arte e di cultura si parla pochissimo. La cosa più evidente è stata la totale mancanza di sostegno da parte delle istituzioni per una realtà che rappresenta parecchi punti del PIL e dà lavoro a tantissime persone (non solo attori e attrici, ma fonici, addetti alla fotografia, scenografi, costumisti, tecnici e così via).

Se si dovessero davvero seguire alla lettera le restrizioni e il così detto distanziamento sociale, come si vocifera, si rischia moltissimo. C’è chi parla di posti distanziati in cinema e teatri.

Ciò significherebbe meno biglietti venduti e quindi un aumento dei prezzi, e questo in luoghi che anche prima del Coronavirus facevano fatica a rientrare nei costi, pur riuscendo a fare, magari, soldout.

Il National Theatre di Londra

Certo, alcuni hanno reso le proprie attività accessibili attraverso piattaforme digitali: è il caso del National Theatre di Londra, con l’iniziativa #NationalTheatreAtHome.

Ogni settimana, sul canale YouTube dedicato, viene pubblicato uno spettacolo teatrale in modo completamente gratuito. Durante la visione degli spettacoli è possibile anche donare un contributo. Fino al 28 maggio è possibile vedere Un tram che si chiama Desiderio, di Tennessee Williams, completo di sottotitoli in inglese, con Gillian Anderson  nei panni di Blanche DuBois.

Il teatro No’hma

Simile all’iniziativa londinese è quella proposta dal teatro No’hma, un teatro libero e indipendente sorto dieci anni fa nei pressi di una stazione in disuso dell’erogazione dell’acqua potabile milanese. Il teatro, nato a un’idea di Teresa Pomodoro e che oggi vede nella direzione artistica la sorella Livia.

E’ un punto fermo nel panorama culturale nazionale e internazionale.

Come si legge sul sito, il principio portato avanti dal teatro No’hma è quello di una cultura libera e gratuita, e in quest’ottica gli spettacoli sono stati trasmessi in streaming sul loro canale YouTube sul tema della stagione teatrale 2019/2020 “Il mondo che vorremmo”, che non è semplicemente un titolo, ma “un nobile desiderio che esige una coerente responsabilità, da condividere dentro e fuori il teatro”

In questa newsletter abbiamo raccolto delle testimonianze per dare voce a chi di arte e cultura ci vive.

Alberto Salvi, attore, regista e drammaturgo bergamasco, descrive i primissimi giorni di convivenza con il virus, quando ancora tutti noi pensavamo non ci riguardasse. Attraverso un racconto tragicomico, pubblicato per la prima volta sul quotidiano L’Eco di Bergamo, Alberto racconta cosa significa e come ci si sente di fronte all’impossibilità di continuare a fare il proprio lavoro, chissà poi per quanto.

Per continuare la lettura: https://www.cittadinanzattiva-er.it/morte-accidentale-di-un-attore/

Aurelia Delfino, educatrice e insegnante di danza creativa, ha dovuto reinventarsi per riuscire a continuare il prezioso lavoro portato avanti con gli allievi migranti della scuola di italiano del CESPI. E, come molti altri, ha trovato un prezioso alleato nei mezzi tecnologici: in poco tempo è riuscita ad organizzare le lezioni di danza online, nonostante i limiti oggettivi che danzare all’interno di uno spazio circoscritto – lo schermo di un computer – comporta.

Per continuare la lettura:https://www.cittadinanzattiva-er.it/la-danza-di-stanza-ai-tempi-della-quarantena/

Martina Ghezzi ci racconta come è nata su Instagram – la piattaforma social – l’iniziativa chiamata Un Monologo al Giorno, proprio per impedire che la cultura si fermi e, allo stesso tempo, non farsi abbattere da questa situazione.  L’idea, nata a Bologna, è quella di pubblicare ogni giorno un monologo di teatro o di cinema, oppure una poesia, recitata da ragazze e ragazzi aspiranti attori e affascinati da questo mondo.

Per continuare la lettura: https://www.cittadinanzattiva-er.it/unmonologoalgiorno/

Pasquale Faraco, attore, ci racconta un’esperienza con cittadine/i con e senza dimora. Un laboratorio teatrale per fornire strumenti di comunicazione come supporto al progetto di Start Up per guide turistiche.

Per continuare la lettura: https://www.cittadinanzattiva-er.it/narrazione-e-teatro-si-integrano-per-dar-vita-ad-un-progetto-dedicato-alle-persone-senza-dimora/

Foto di Gabor Juhasz, Unsplash


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