A cura di Eloisa Celico

Chi l’avrebbe mai detto

Siamo al 5 aprile ed ho avuto pochi “momenti no”.

Certo, mi manca la possibilità di muovermi per la città: camminavo una decina di km ogni volta che mi era possibile.

Mi manca la mia famiglia

Stiamo attraversando il periodo dei compleanni, dei pranzi la domenica, perché ogni tre giorni abbiamo qualcosa da festeggiare… E invece ci videochiamiamo.  Ah, le videochiamate. Ormai sono diventate una bellissima abitudine e le aspetti come andare al bar. E chiaramente quando torneremo al bar, probabilmente anche questo passerà.

Questo periodo è anche un’opportunità

In questi giorni strani riflettevo sul fatto di prendere questo periodo come un’opportunità e non come un castigo. Un’opportunità di riflessione  sull’essenziale, su cosa davvero sia utile ed essenziale e cosa invece sia rinunciabile senza problemi.

Mi sono scoperta fortunata perchè ho rinunciato ad alcune abitudini: unghie, tinta (faccio degli shampoo colorati ma fucsia e sempre senza tingere le ricrescite), tagli importabili senza andare dal parrucchiere ogni due settimane, ceretta ad ogni costo e soprattutto la spesa compulsiva da accumulo.

Voglio subito chiarire una cosa: non ho nulla nei confronti di chi sceglie queste cose né tantomeno di chi vive operando in quei settori. Mi sono solo resa conto di essere meno impresentabile di persone che conosco e che vivono con delle “armi” al posto delle unghie ricostruite  oppure che tingono i capelli ogni 10 giorni.

Diciamo che ho bisogno di minor manutenzione e quindi mi preoccupo meno di altri.

Ma quello che mi ha fatto riflettere è la compulsività con cui uscivo a comprare: vestiti, scarpe, cibo, qualunque cosa. Forse era solo un modo per riempire un vuoto.

Mi manca il rumore del mercato il sabato mattina, toccare la frutta e la verdura fresca e trovarmi oggi a mangiare cose che non mi vanno solo per non mandarle a male. Rifletto su quanto ho sprecato anche involontariamente.

Se riusciamo a fare la spesa con questi nuovi orari, non vedo perché non potremmo farla anche dopo negli stessi orari. Magari tutelando i lavoratori e lasciandoli a casa la domenica. Penso ai negozi sempre aperti, che ora da chiusi non mi mancano più.

Sono grata a questo periodo perché ho avuto prova di avere una situazione in casa che mi permette di vivere bene questa situazione. Penso a chi non ha spazi suoi, a chi vive una situazione magari di tensione o di violenza o difficile economicamente, perché ha perso il lavoro.

Ora di tempo ne abbiamo tanto

Nella vita frenetica che conduciamo normalmente ci lamentiamo sempre di non avere tempo per noi stessi. In questo tempo sospeso tutto è possibile anche prenderci cura di noi e dei nostri pensieri.

Abbiamo la possibilità di osservare e riflettere. Cosa conta davvero nelle nostre vite?

Riprendersi il tempo vuole dire averne da trascorrere in ozio senza l’ossessione di riempirlo e lasciarsi andare e riannodare pensieri e riflessioni.

Al termine di questo percorso scoprire cambiamenti che solo  pochi mesi fa sarebbero stati impossibili per me e per la mia vita. 

Dal mio piccolo punto di vista volevo condividere la riflessione sull’essenziale e sul superfluo.

Riflettere su quel che accade mi rende consapevole che: seppur chiusi in casa, siamo al centro di una storia che verrà raccontata in futuro.

 

 

Foto di Gerd Altmann da Pixabay


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