a cura di Patrizia Cini, infermiera di famiglia e di comunità
Patrizia, infermiera di famiglia e di comunità
Sono una infermiera di famiglia e di comunità, una figura professionale che entra nelle case delle persone che hanno problematiche assistenziali e lavora cercando di stabilire una relazione di cura rispettosa, finalizzata a generare un ambiente protetto e sicuro, tale da permettere di gestire a domicilio tutte quelle problematiche che non hanno stretta necessità della struttura ospedaliera.
Il nostro ingresso in famiglia è possibile soltanto quando le persone non possono recarsi in ambulatorio per le cure e pertanto nelle condizioni di non autosufficienza e difficoltà di trasporto.
La cura a domicilio è possibile solo se c’è un caregiver
La cura a domicilio è impossibile in tutte quelle situazioni nelle quali non sia presente una figura importantissima: il\la caregiver.
Di solito sono donne, familiari o badanti, sono figure di assoluto riferimento, presenti per la maggior parte del giorno e della notte.
Ci si relaziona con loro per ogni procedura ed è previsto che debbano ricevere una adeguata educazione sanitaria, l’insegnamento di manovre di pronto soccorso, spiegazioni che li aiutino a essere consapevoli delle cure e come devono comportarsi in caso di imprevisti.
Naturalmente ogni caregiver è diverso, così come diversa è ogni persona che assistiamo e la maniera nella quale le conoscenze possono essere trasmesse.
In caso di malattie cronico degenerative i disagi e le problematiche aumentano in maniera costante ma lenta e il progredire delle condizioni ci lascia il tempo per fare insieme esperienza.
Un caregiver competente è un prezioso alleato
Le competenze che i caregiver riescono ad acquisire sono enormi e preziose tanto che spesso sono proprio loro a sapere come muoversi, certo con minore tecnica delle manovre professionali ma sempre con maggiore conoscenza della persona e padronanza rispetto all’ambiente.
Talvolta le persone che assistiamo perdono la capacità di comunicare e il caregiver rimane la sola figura capace di capirli davvero, di esplicitarne le difficoltà, i desideri.
Quando queste figure sono consapevoli e ben formate è possibile intraprendere a domicilio qualunque tipo di percorso, sanno controllare le terapie infusive, la nutrizione, gli apparecchi elettromedicali necessari.
Sanno quando è necessario chiamare il 118 e quando, al contrario, possono gestire la situazione.
Ripeto, senza di loro non è possibile prestare assistenza a domicilio.
Il Caregiver è risorsa basilare, da riconoscere e valorizzare.
Mi è rimasto nel cuore
Un caregiver che mi è rimasto nel cuore ha perso da poco la compagna che si era ammalata di SLA.
I quattro anni della malattia lo hanno reso capace di relazionarsi con gli uffici per le pratiche, per i presidi.
Sa come fare spostamenti, chi chiamare per le visite, conosce gli specialisti, ha una esperienza enorme.
Più di una volta mi ha detto che sarebbe felice di aiutare altre famiglie a superare i problemi che ha dolorosamente affrontato con la sua compagna ma nessuno, nel nostro territorio, riconosce questo tipo di competenza.
E’ paradossale che non venga valorizzata e capitalizzata questa risorsa che potrebbe davvero essere utile a molte situazioni con un rapporto tra pari capace di generare valori e aiuto.