a cura di Hedda Forlivesi

Le margherite che nascono e crescono nel mio giardino, si stanno aprendo al sole mostrando una faccina più aperta, più larga del solito: sono felici. Hanno anticipato la loro fioritura in conseguenza delle mutate condizioni metereologiche e climatiche. Ma il giardino è sempre lo stesso che mi saluta, ogni mattina, quando apro la porta sul cortile. Allora? Che cosa sta succedendo, sono forse divenuta improvvisamente “floricultrice”?  Ho sempre amato i fiori di cui mi circondo anche in casa e amo la natura, di cui mi sento figlia, in tutte le sue manifestazioni esteriori, ma oggi?

Oggi ho tempo di fermarmi a guardare

Non devo correre, uscire a fare chiacchiere. È come se il mondo si fosse fermato per lasciarmi il tempo di guardarmi intorno. Scopro l’importanza del cellulare che mi consente di tessere conversazioni con parenti, amici, persone non dimenticate ma allontanate a causa del frenetico correre che ci impone la vita di oggi. Posso dedicarmi alla lettura del mio quotidiano preferito, ma anche del libro acquistato e riposto in attesa della voglia.

Eccomi oggi sono questa persona, disposta ad obbedire alle imposizioni che lo stato ci propina per uscire dal c… in cui ci siamo cacciati, non si sa per colpa di chi.

Riscoprirci

Il coronavirus ci condiziona ad osservare certe regole comportamentali ma ci consente, tuttavia, di riappropriarci della nostra interiorità e non solo, di leggere le sfaccettature della vita rimaste inevase per tante ragioni, ma delle quali, forse, la più importante è il vivere in una società che ha dimenticato certi valori, emozioni, carezze di un vivere in amicizia col vicino, il piacere della musica, la pittura, la bellezza della vita.

Sto facendo il ragù

Quello “vero”, alla romagnola, di una volta! Ci vuole pazienza, “lui” ha bisogno dei suoi tempi, per diventare come tradizione vuole, deve fare, per ore, il suo musicale “plup, plup, plup”. Sicuri che il risultato gastronomico sarà raggiunto, ma attenzione, perché è permaloso. Guai se si attacca al tegame! Meglio buttare tutto e ricominciare! Bisogna coccolarlo un po’, lasciarlo tranquillo.

Intanto che lui balla tranquillamente nel suo tegame di coccio rosso, io mi rilasso, cosa che capita raramente e grazie al tempo che mi regala il coronavirus, prendo coscienza della stanza che occupo.

Potrei mettere a posto quel cassetto di fotografie, specchio di tante vacanze consumate nei rifugi della Val di Fassa, ma preferisco spostare i quadri, invertire la posizione dei mobili: “sto in movimento con la testa ed il corpo“. Anche le cornici d’argento, sedute sulla vecchia scrivania dal piano verde di pannolenci, mi guardano in attesa dei capricci della mia mente, ma per questa volta si sono salvate: gli amici che mi hanno lasciato da lunga data, altri piccolini che sorridono alla vita, poi io, da giovane, quando potevo mostrami senza timore delle rughe, ed ero presentabile.

Il piacere di portare via il “pattume” 

È una goduria, da quando li hanno spostati più in là! Il tragitto è lungo quel tanto che basta per sgranchire le ginocchia ed è l’occasione che tutti i reclusi aspettano; e pensare che c’è stata una specie di sommossa quando gli hanno cambiato sede! Anche i padroni dei cani approfittano della sgambatura del loro animale e, tenendoli al guinzaglio, percorrono lo stesso tragitto mille volte: è per il cane! E io che posseggo un inseparabile, un magnifico uccellino (25gr) giallo, verde e rosso? Per lui non esiste sgambatura perché volerebbe via, allora stiamo in casa entrambi a fare delle chiacchiere. Sì, perché ho imparato a capire che cosa vuole e parlo l’“uccellese”, che tradotto in parole povere è il monologo quotidiano.

Abbiamo per le mani il nostro tempo 

Bisogna approfittarne come un regalo, non vissuto sempre con disperazione: anche questo fa parte della vita come le sconfitte e le vittorie.

Intanto che possiamo, cerchiamo di rendere il problema meno doloroso, quando è possibile, tanto noi non possiamo porvi rimedio. Credo che si debba imparare a guardarsi nello specchio della quotidianità, un carpe diem quotidiano per diventare migliori, cambiati un pochino, quel tanto che basta per aprire di nuovo la porta alla libertà, quando sarà il momento: solo Dio lo sa.

Buona notte, si è fatto sera e per dirla con quella di Via col Vento: “Domani è un altro giorno”.

 

 


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