convegno nao_bologna 14 dicembre 2016

Negli ultimi anni lo sviluppo di farmaci innovativi hanno introdotto benefici rilevanti per i pazienti, consentendo un miglioramento in termini di adeguatezza, efficienza e qualità del trattamento.

Una volta verificato il valore di una terapia farmacologica innovativa è altrettanto importante creare le condizioni affinchè i pazienti possano accedere in modo uniforme al trattamento.

E’, quindi, necessario che tutti i soggetti coinvolti nei processi decisionali siano messi nelle condizioni di conoscere le potenzialità dei trattamenti, soprattutto se parliamo di farmaci innovativi, i punti di forza e di debolezza delle diverse opzioni, al fine di poter valutare i benefici e stabilire il rapporto costo-efficacia.

I NAO – Nuovi Anticoagulanti Orali possono rappresentare un caso emblematico: si tratta di farmaci indicati nella prevenzione dell’ictus in pazienti affetti da Fibrillazione Atriale, entrati nella pratica clinica da circa 6 anni (in Italia da 3), e sono considerati tra i rimedi terapeutici più importanti dell’ultimo decennio.

La Fibrillazione Atriale è una frequente anomalia del ritmo cardiaco, che è causa del 15-20% di tutti gli ictus trombo-embolici, con una prevalenza sulla popolazione italiana fra l’1% e il 2%. Questo significa che in Emilia Romagna i soggetti affetti da Fibrillazione Atriale sono circa 60.000 con un’incidenza di circa 13.000 nuovi casi all’anno.

Complessivamente, come effetto di classe, i Nuovi Anticoagulanti Orali hanno dimostrato un’efficacia non inferiore rispetto alla terapia tradizionale (warfarin) nella riduzione degli eventi tromboembolici e, allo stesso tempo, sono risultati sicuri, e maneggevoli, registrando una riduzione statisticamente significativa delle emorragie fatali, in particolare quelle intracraniche.

I dati disponibili in Italia, indicano, tuttavia, un “sottotrattamento” dei pazienti con Fibrillazione Atriale, anche in quelli ad alto rischio. Un’elevata percentuale di pazienti, infatti, (circa il 50%) soprattutto anziani, nonostante una chiara indicazione all’anticoagulazione, non riceve alcuna cura specifica.

Se la profilassi farmacologica tradizionale con warfarin, data l’alta variabilità di risposta inter-individuale, presenta alcune difficoltà di gestione come la necessità di frequenti controlli ematici per l’aggiustamento del dosaggio presso i Centri TAO (Terapia Anticoagulante Orale), interazioni con alimenti ed altri farmaci, l’arrivo dei NAO avrebbe dovuto far cadere una barriera verso l’obiettivo di ottimizzare la percentuale di pazienti con Fibrillazione Atriale correttamente scoagulati. Ma la realtà non è esattamente questa: in Italia solo il 27% dei pazienti attualmente in trattamento accede a un NAO e in Emilia Romagna il dato scende al 23%.

Ci sono, poi, numerose evidenze farmaco-economiche che dimostrano che il costo dei NAO, superiore a quello del warfarin, è ampiamente compensato dalla spesa derivante dagli evitati costi di monitoraggio e dalla riduzione di eventi emorragici ed ischemici, a cui vanno aggiunti i costi sociali della disabilità risparmiati.

L’Emilia Romagna, a testimonianza dell’attenzione posta nei confronti dei nuovi farmaci, già nel 2013 ha dato vita a un “Documento regionale di indirizzo sul ruolo dei Nuovi Anticoagulanti Orali nella prevenzione del cardioembolismo nel paziente con Fibrillazione Atriale non valvolare” a cura del Gruppo di Lavoro Multidisciplinare della Regione, avviando una valutazione ed una riorganizzazione della gestione della terapia anticoagulante orale in base ai principi di appropriatezza prescrittiva e di equità di accesso alle cure.

In questi anni molta strada è stata percorsa e i risultati sono evidenti, anche se vi sono alcune aree di miglioramento.

Come ad esempio il fatto che la lista dei Centri abilitati alla compilazione del Piano terapeutico (indispensabile per avere il rimborso da parte del SSN), e conseguentemente dei medici prescrittori sia ancora decisamente ridotta, con una conseguente disparità di accesso sia rispetto ad altre Regioni, sia fra le diverse province dell’Emilia Romagna.

 

La Tavola Rotonda promossa da Cittadinanzattiva Emilia Romagna, si prefigge l’obiettivo di fare il punto della situazione sullo stato dell’arte della diffusione dei NAO in Emilia Romagna, coinvolgendo sia il target delle Istituzioni, che dei decisori, che delle Società Scientifiche, delle aree terapeutiche coinvolte nella presa in carico del paziente affetto da FA, che della società civile, al fine di definire, con il contributo di tutti i soggetti interessati, un percorso virtuoso in grado di individuare tutti i pazienti che possono ricevere un vantaggio da un trattamento anticoagulante con i NAO.

 

per approfondire le azioni fatte da Cittadinanzattiva Emilia Romagna a favore dell’introduzione dei Nuovi Anticoagulanti Orali in regione leggi i seguenti articoli:

A che punto sono i NAO?

A che punto sono i NAO? Cittadinanzattiva ER è ancora in attesa di una risposta dall’assessore alla sanità

 


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