a cura di Anna Milanesi

L’iniziativa dell’Associazione “Amici della Biblioteca”

Quando mi hanno chiesto se fossi interessata a leggere poesie o brani di prosa al telefono, non ho avuto bisogno di pensarci su: sarò disponibile tutti i giorni dalle ore 15 alle ore 17.

L’iniziativa parte dagli Amici della Biblioteca, un gruppo di persone che affiancano la Biblioteca in alcune proposte per essere vicini ai cittadini in tempo di coronavirus. Con me ci saranno altre sei lettrici, tutte già “rodate”, perché fanno parte: chi di un gruppo di lettura ad alta voce (dedicata ai bambini), chi di un gruppo che legge poesie in serate ad hoc, chi perché partecipa ai gruppi di lettura.

L’iniziativa viene pubblicata sul sito del Comune e pubblicizzata tramite i canali di comunicazione della Biblioteca, sulle Newsletter, e tramite i nostri personali contatti.

Dopo tre giorni e una decina di chiamate, la pubblicità continua su Sette giorni, il settimanale di attualità locale.

Mi ero preparata poesie di Emily Dickinson, di Pedro Salinas, di Mariangela Gualtieri, di Livia Candiani, di Pablo Neruda, di Jorge Luis Borges, di T.S. Elliot, di Hermann Hesse, di José Saramago e della amatissima Wislawva Szymborska; e brani di Italo Calvino, Jack Kerouac, Daniel Pennac, Ryszard Kapuscinski, Marlene Haushofer, preoccupandomi di scegliere letture che “alleggerissero” gli animi.

Leggere poesie e ascoltare chi aveva prenotato

Ero curiosa anche di ascoltare chi aveva prenotato per capire come fosse “posizionato” in questo quadro stralunato, inquietante e un po’ surreale, ma anche troppo reale, dipinto per noi “Carognavirus“.

Ho parlato con una signora di quasi novant’anni molto stressata e stanca per il fatto di dover cucinare, a tutte le ore, oltre che per sé anche per la figlia e il nipote e per il fatto di dover fare tutte le faccende domestiche, dopo che la colf ha smesso di lavorare, impaurita dal virus e per il divieto di uscire, se non per necessità. Mi ha detto: “Posso stare poco al telefono, perché mi aspetta il bucato. Mai, alla mia età, avrei immaginato di essere così stanca per il lavoro.

Un’altra ascoltatrice mi ha raccontato di un gruppo di “intelligence” che si è, involontariamente, costituito nel suo condominio. Uno dei condomini, con vista sulla Coop, avverte quando è il momento buono per evitare le code; un’altra ha imbastito in quattro e quattr’otto un giallo, osservando una ragazza che depositava un pacco ingombrante sul bordo strada. Mi racconta: “Oggi mio marito ha sturato il lavandino con l’idropulitrice, ma il tubo dell’idropulitrice si è staccato e mi si è allagata mezza casa; al via del vicino sono scesa a fare la spesa e, mentre ero al supermercato, mi ha chiamato la vicina chiedendomi di verificare che cosa ci fosse nel pacco a bordo strada. Non ci sarà un bambino o un animale abbandonato?”

Rientrato l’allarme e ritornata a casa ho dovuto consolare il gatto, che voleva a tutti i costi entrare in camera da mio figlio, chiuso dentro per poter lavorare da casa. Ora finalmente mi siedo e mi rilasso un po’, mentre ti ascolto.

Mi sono detta: quanta vita scorre e accade e quante cose possiamo osservare e immaginare, chiusi in casa, attraverso la nostra “Finestra sul cortile”!

 

Novate Milanese, 27 marzo 2020

 

Foto di congerdesign da Pixabay


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