a cura di Hedda Forlivesi
Non c’è solo il tempo dell’orologio, il tempo del mondo, che scandisce le ore in uguale misura per ciascuno di noi. Non c’è solo il tempo della clessidra, ma c’è anche un tempo interiore, il tempo soggettivo, che è il tempo vissuto, il tempo che cambia in ciascuno di noi di momento in momento, di situazione in situazione.
Mi pare di ricordare che, in attività di servizio (vedi come si fa presto a non dire che sei in pensione!) era un’occasione fantastica poter usufruire di una festività infrasettimanale attaccata alla giornata della domenica. Si potevano fare mille programmi di uscite in compagnia al mare o in montagna: non era importante la stagione in cui si era, bastava …andare!
Oggi questo binomio comincia a darmi fastidio, perché? Non ne conosco la ragione; come se avessi perso punti disponibili per occupare il tempo! Davvero, non saprei! La mia vita ed il suo menage rimangono intatti, invariati, per cui la fantasia sembra essersi ammalata!
Ma come? Che differenza fa? Che cosa cambia alla mia quotidianità se oltre alla domenica risulta festivo anche il sabato o il lunedì, sia che si aggiungano alle sue spalle o davanti a lei? È inutile affidare alla penna le solite frasi:” Non sciupiamo questo tempo solo per piangerci addosso! Il silenzio che ci circonda ci rende più ricchi, poi, la musica! Diamo voce e respiro all’anima affidando alle note il compito di alleggerire i nostri pensieri!”. Frasi fatte, bella fatica!
A chi consegnare il tempo che ti resta a disposizione?
Le chiese chiuse dicono alle loro campane un messaggio come: ”Sono qui, ciao, ci vedremo!”, i cinema sono blindati e la televisione ci propina prodotti esausti, stanchi come un “corpo” sfruttato mille volte! Non parliamo dei quotidiani.
Allora, quindi? A chi consegnare il tempo che ti resta a disposizione dopo il ripasso della polvere, la pulizia dei pavimenti…?
Non riesco più nemmeno a seguire la lettura di una pagina, la mia mente è distratta da quanto ci attende fuori dalla porta e non sono più padrona di introitare le parole, di seguire la trama di quanto leggo! La colpa è sempre la SUA!
Sì, lui, l’Innominato, il Coronavirus, non è ancora venuto a salutarmi, ma quando verrà?
Quanto tempo dovrà ancora trascorrere per sentirmi libera da questa spada di Damocle?
Pare una riflessione da niente, ma quanti altri, come la sottoscritta, hanno questi pensieri e quanto sono infastiditi dal non sapere se e quando questo maledetto si presenterà?
Incognita pesante che si porta appresso la nostra vita, come la maglia della salute.