vaccini

Continuando la riflessione iniziata la settimana scorsa sull’opportunità di vaccinare i bambini, è necessario partire dal concetto di kantiana memoria che “la libertà personale finisce dove inizia quella degli altri.”

Ecco perché: non vaccinare i bambini, significa permettere a malattie che si credevano debellate, oppure ridotte a numeri insignificanti, di ripresentarsi e riprendere vigore, soprattutto in un momento storico in cui ci si può spostare con facilità da una parte all’altra della terra e che siamo in presenza di forti ondate migratorie da paesi nei quali queste malattie sono ancora molto presenti.

Se una grande quantità di persone non è immune la propagazione della malattia è rapida e la possibilità di ammalarsi è molto alta. Sembra un ragionamento ovvio, ma non è così. Se un genitore decide, per motivi personali, di non vaccinare il suo bambino, non solo lo espone alla possibilità di ammalarsi di malattie invalidanti, se non addirittura mortali, ma espone al contagio  anche tutti quei bambini che sono in quel periodo in cui ancora non è possibile essere vaccinati (i primi tre mesi di vita). È questo il caso della bambina di 28 giorni morta di pertosse a Bologna. Inoltre,  questo comportamento espone al contagio anche quelle persone che, poiché sono portatori di patologie incompatibili con il vaccino, non possono essere vaccinate.

La vaccinazione dei bambini, quindi, non può essere considerata una azione soggettiva e facoltativa, ma bensì un obbligo morale e sociale a tutela dell’incolumità altrui, naturalmente fatta eccezione per quei casi in cui la vaccinazione è dannosa per la persona.

Se oggi per noi nomi di malattie come la poliomelite e la difterite sono sconosciuti, perché fortunatamente sono sconosciute le malattie che questi nomi identificano, lo dobbiamo a quei vaccini che tanto demonizziamo e che invece hanno salvato molte vite. Mio cugino che ha quindici anni più di me ha contratto la poliomelite, fortunatamente io non so nemmeno cosa sia; io ho contratto il morbillo, fortunatamente mio figlio non sa cos’è.

Facciamo in modo di lasciare gli uomini di domani un mondo in cui queste malattie non esistano più e non un mondo in cui siano ancora mali da debellare. Per questo vaccinare i bambini è un dovere di cittadinanza!


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