Notizia tratta dal Sole24Ore – sanità del 21 ottobre 2009

Dall’Osservatorio sulla responsabilità medica l’analisi delle sentenze del Tribunale civile di Roma

Dal 2001 al 2007 è stato accolto il 65% delle richieste di risarcimento.

In quasi sette anni, dal 2001 al 2007, il tribunale civile di Roma ha accolto pienamente il 54% delle 1.793 domande di risarcimento danni presentate dai pazienti nei confronti di medici e ospedali. Una quota che sale al 65% (due malati su tre) includendo le richieste accolte solo parzialmente. Gli importi liquidati sono andati da un minimo di 307 euro ad un massimo di di 2,1 milioni di euro, toccati entrambi nel 2004. Chirurghi, odontoiatri, ortopedici eginecologi sono gli specialisti più citati in giudizio.

I dati arrivano da uno studio dell’Osservatorio sulla responsabilità medica (Orme), progetto tutto romano nato dalla collaborazionetra il Tribunale civile, la Corte d’appello, l’Ordine provinciale dei medici e la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Tor Vergata. Obiettivo: passare al setaccio le sentenze in materia di responsabilità professionale medica per scattare finalmente una fotografia reale del contenzioso sanitario in ambito civile.

Uno degli aspetti più interesanti della filiera processuale, lo “snodo” più importante è la consulenza tecnica; solo questo strumento di valutazione ha la facoltà di portare il magistrato verso conclusioni che porteranno il medico verso la condanna o l’assoluzione. E’ evidente quindi l’importanze di questi ausiliari del giudice; la professionalità e la competenze sono doti indispensabili per ricoprire questo ruolo. Si impone pertanto una accurata selezione da parte dei Comitati Albo del Tribunali a cui è demandata la gestione dei Ctu e dei periti.

Oltre la concorde necessità di una più attenta selezione dei consulenti, un altro aspetto importante è l’esigenza di gestire meglio il contenzioso all’interno delle strutture ospedaliere, attraverso il monitoraggio del rischio clinico e il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati. Bisogna quindi arrivare ad una “cultura della responsabilità” e l’obiettivo e quello di arrivare ad una gestione “in house” del contenzioso; soprattutto perchè continuare così non conviene: ad esempio la strutura di Tor Vergata in Roma, in circa 9 anni ha sborsato circa 8 milioni di euro di premi assicurativi, ma per i sinistri che si sono effettivamente verificati sono stati necesssari solo 3,5 milioni.


Segui #lepilloledicittadinanzattiva

#lepilloledicittadinanzattiva