a cura di Marco Sinoppi – ARAD Onlus (Associazione Ricerca Assistenza Demenze)

La demenza digitale

Manfred Spitzen, Direttore della clinica psichiatrica e del Centro per le Neuroscienze di ULM(Germania), ha scoperto una nuova patologia: la demenza digitale e afferma che l’abuso degli strumenti digitali rende “malati”.

Se andiamo a vedere sul dizionario (Sabatini Coletti) scopriremo che la demenza ha 2 significati:

– Processo regressivo caratterizzato da perdita delle capacità intellettive dovuta a lesioni della corteccia cerebrale o ad atrofia delle cellule
– Mancanza di saggezza, di equilibrio, di buon senso

La smartphonepatia

Il più tossico e’ lo smartphone perché ha più di 4 miliardi di utenti.

In alcuni casi e’ corretto parlare, a mio avviso, di “smartphonepatia” .

Infatti il cervello si plasma nell’infanzia dalla nascita ai vent’anni e si modifica in base agli esercizi che svolge.

L’utilizzo del cervello porta alla crescita delle aree cerebrali responsabili di una determinata funzione.

Con l’apprendimento le sinapsi, legami tra i neuroni, si modificano e le capacità del cervello aumentano.

I media digitali rendono superficiale il pensiero, distraggono immagazzinando il lavoro mentale su supporti digitali e forniscono meno stimoli immediati al cervello: se archivi qualche cosa da una parte non ci pensi più.

La sindrome sarebbe stata individuata nel 2008 in Corea del Sud, paese ad alta diffusione di tecnologia informatica, e colpisce i giovani dediti all’uso dei media digitali per molte ore al giorno.

La sindrome e’ caratterizzata da appiattimento emotivo, difficoltà di attenzione e memoria, declino generale delle capacità di apprendimento.

I giovani d’oggi sono sempre più incapaci di restare a lungo concentrati, di ragionare e fare collegamenti.

I dati della sindrome

Alcuni dati sono allarmanti: tra i giovani dagli 11 ai 26 anni il 32% e’ online dalle 4/5 ore al di, il17% e’ online oltre 10 ore al di e il 40% ha esigenza di controllare. Il telefono almeno ogni 10 minuti.

Poniamo attenzione

Senza voler demonizzare il mondo digitale bisogna sempre ricordare che i nuovi mezzi di comunicazione hanno un potenziale di dipendenza come l’alcol, la nicotina e altre droghe.

Poniamo attenzione e facciamo un uso moderato degli strumenti digitali e socializzando di più  perché l’utilizzo sempre più intensivo dei social network indebolisce la capacità di socializzare nella vita reale, e favorisce anche la diffusione di problemi psicologici.

 

Foto di Tumisu da Pixabay


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