Apprendiamo da tgcom24 la notizia che una donna di appena 40 anni è stata sottoposta a ventidue sedute di radioterapia sulla mammella sbagliata. Il caso, oggetto di procedimento penale, è stato archiviato dalla Procura di Rimini perché, secondo la perizia, non ci sarebbero lesioni penalmente rilevanti. L’avvocato della paziente si oppone.
Il caso riguarda una donna che nel 2011 si era ammalata di carcinoma, sottoposta ad operazione, seguita da chemioterapia e da radioterapia, ma per errore al seno sano. Dopo la scoperta di questo sbaglio ha inizio la sua battaglia legale.
Ovviamente si oppone all’archiviazione il legale della donna, che ha presentato una serie di perizie oncologiche e psicologiche di parte, che concordano, invece nel ritenere la sussistenza del danno per colpa medica e per negligenza. Un danno che i periti quantificano in “una riduzione delle possibilità di sopravvivenza della paziente non inferiore al 20%”. Il gip non ha ancora sciolto la riserva.
Il caso di malasanità è il primo caso in Italia di un tale errore.
Noi ci chiediamo, sperando che lo stesso quesito se lo pongano i giudici che stanno analizzando il caso su cui tutt’ora non è stata sciolta la riserva e le istituzioni regionali, se può essere considerato condivisibile il giudizio del GIP sull’assenza di responsabilità per assenza di “lesioni penalmente rilevanti”.
Da quando l’assenza di colpa non crea responsabilità in capo ai medici e alla struttura ospedaliera? 
La mancata ed eventuale accertata responsabilità penale può creare impunità ed assenza di risarcibilità del danno per la paziente?
Attendiamo una risposta chiara ed esaustiva da chi gestisce la sanità.

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