di Francesca Capoccia
Alla Barca, quartiere periferico a ovest di Bologna, la cooperativa impresa sociale Il Passo della Barca ha una mission chiara: creare e valorizzare luoghi di aggregazione nel quartiere per i cittadini. “Nasciamo come un gruppo di famiglie che negli anni ha cominciato a condividere spazi, luoghi e tempi grazie ai figli che andavano a scuola”, ci racconta Antonio Cardelli, uno dei soci fondatori e promotori del progetto. “A maggio 2020 eravamo in un parco, seduti su una panchina, a ragionare su come ricostruire i legami interrotti dalla pandemia. Volevamo e sentivamo il bisogno di creare spazi per stare insieme”.
La Barca, infatti, è un quartiere di periferia ma che ha delle caratteristiche importanti: è circondata da grandi parchi, ha dei buoni impianti sportivi, non è distante dal centro storico, ed è ben collegata tramite trasporti pubblici ai servizi principali (quali ospedali e università). Inoltre, il quartiere ha un importante patrimonio culturale: il cosiddetto Treno della Barca, un lunghissimo edificio a due piani di abitazioni e negozi, diventato Patrimonio dell’Umanità e simbolo del quartiere.
Le quattro famiglie che inizialmente si riunivano per trascorrere del tempo insieme hanno iniziato a sviluppare l’idea che la propensione di cittadinanza attiva che ognuno di loro aveva si potesse trasformare concretamente. “L’obiettivo era creare un qualcosa che avesse una ricaduta a carattere economico e sociale nel quartiere e nei suoi abitanti”, spiega Cardelli. Per questo, quindi, la forma associativa non era sufficiente, e hanno iniziato a pensare alla forma di cooperativa: un insieme di cittadini che individuano bisogni e provano insieme a trovare soluzioni prossime al proprio luogo di abitazione e ai propri interessi.
“Per dare concretezza all’idea, però, avevamo bisogno di un ancora, di un appoggio”. Ecco quindi che subentra l’edicola di quartiere. E non ci fu tempismo migliore. L’edicolante di quartiere, una signora eritrea di 80 anni, stava andando in pensione. Dopo aver passato buona parte della sua vita a lavorare nell’edicola, era diventata il simbolo e punto di riferimento per tutti i cittadini, anche per i bambini che andavano a scuola. L’obiettivo della futura cooperativa, quindi, era di mantenere in vita l’edicola in quanto presidio di utilità pubblica, quale punto di vendita di giornali e prodotti culturali, ma anche di rilanciare tutto quel patrimonio sociale che sono le relazioni sociali stabilite dall’edicolante con i clienti. Ma non solo. È vero che l’edicola è un veicolo di prossimità, ma è anche un punto di sviluppo di altri servizi sociali per tutta la comunità.
La nascita della cooperativa
Per realizzare il progetto subentrano altri attori, tra i quali LegaCoop Emilia-Romagna, Demetra formazione e Fondazione Innovazione Urbana con Scuola di azioni Collettive.
A marzo 2021 viene ufficialmente costituita la società cooperativa impresa sociale, composta da 79 soci fondatori, con l’idea di una cooperativa di comunità, ovvero di avere un numero quanto più rappresentativo della comunità locale. La cooperativa ha lo scopo di promuovere scambi mutualistici. I soci, infatti, diventano soci di una cooperativa per fruire dei servizi, e quindi soddisfare i propri bisogni ed esigenze. Altri soci, invece, partecipano anche a livello lavorativo. “Tutte le iniziative sono organizzate con la partecipazione dei soci, e alcune delle attività sono e devono essere retribuite. Al momento non abbiamo personale dipendente, ma i nostri soci hanno un contratto lavorativo di prestazione professionale”, spiega Cardelli.
A maggio 2021 è stato attivato un fondo di investimento per i soci sovventori, e in due anni la cooperativa è riuscita a raccogliere 19.600 euro di finanziamenti pubblici per progetti. Grazie al crowdfunding avviato con Banca Etica e Produzioni dal Basso, il 26 ottobre 2021 la cooperativa ha acquisito ufficialmente l’edicola. Qualche mese dopo, a febbraio 2022, l’edicola ha avviato la sua attività con un nuovo edicolante.
Non solo un’edicola
Portare avanti un’attività non è facile. Antonio Cardelli ci spiega i problemi che girano intorno al progetto. “Con l’edicola non si guadagna, non è attività commerciale. L’unica fonte di guadagno potrebbero essere i gratta e i vinci, ma non sono compatibili con i nostri valori”. Senza un guadagno e dei fondi economici sicuri, non è possibile assumere un dipendente per l’edicola. Fino a ora, infatti, infatti, è stato possibile tenere attiva l’edicola grazie a un socio che ha sposato il progetto. Ma per motivi personali, l’edicolante ha dovuto lasciare il lavoro. L’edicola attualmente è chiusa, e la cooperativa è in cerca di una soluzione.
“L’edicola, però, è un pretesto per sperimentare altre mission della cooperativa: guardare agli spazi pubblici circostanti, qualificarli e farli diventare occasione di servizio per la fruizione dei cittadini”. L’obiettivo è sviluppare un progetto di rigenerazione della qualità urbana attorno all’edicola. In primis Piazza Bernandi: da nodo di traffico che è ora, la cooperativa ha l’ambizione di farla diventare una vera e propria piazza per i cittadini, seguendo gli esempi di via Milano, o della piazza scolastica in via Procaccini.
Oltre a questo, la cooperativa ha già sviluppato diverse iniziative interessanti, anche grazie ai patti di collaborazione stipulati con il Comune di Bologna. Considerando che la Barca è ricca di parchi e aree verdi, la cooperativa ha colto l’occasione per riqualificarli e far sì che i cittadini potessero viverli e sfruttarli. Nell’estate del 2021 e del 2022, in occasione di Bologna estate, il giardino del Ghisello è strato trasformato in un vero e proprio lido urbano, dove per diverse settimane sono stati organizzati eventi culturali come spettacoli musicali serali e letture di libri. Nel giardino di via Greco, invece, è stato realizzato un “Hub del racconto collettivo”. Qui i cittadini si potevano fermare a raccontare le loro emozioni in merito alle trasformazioni urbane del quartiere. Da questo racconto, poi, è nata una mappa emozionale. Nel parco Nicholas green, tramite un bando pubblico e con la collaborazione di un operatore commerciale, hanno aperto un chiosco che svolge attività di fruizione dello spazio verde, come laboratori dedicati ai bambini o la giornata ecologica per la pulizia del parco. Inoltre, il quartiere ha ospitato anche una tappa di IT.A.CÀ, festival del turismo responsabile che coniuga la sostenibilità del turismo con il benessere dei cittadini, ed è stato inserito in BOLOGNA. Deviazioni inedite raccontate dagli abitanti, la guida non turistica di Bologna di Wu Ming 2.
Se il futuro dell’edicola non è certo, bisogna comunque riconoscere lo sforzo di tutti i soci della cooperativa di aver creato il pretesto e l’occasione di ricominciare a fruire degli spazi pubblici in maniera strutturata e di realizzare un clima di interesse per la comunità.
Questo articolo è uscito come newsletter di Buone Pratiche Sociali.