di Walther Orsi
Quando gli adulti fanno riferimento ai giovani, o cercano di coinvolgerli in un progetto, c’è sempre il rischio che chiedano loro di seguire indicazioni, orientamenti e schemi interpretativi consolidati, propri degli adulti.
In realtà molte esperienze ed iniziative condotte dai giovani si caratterizzano per la loro creatività ed originalità, con una capacità innovativa e progettuale che va oltre i paradigmi degli adulti. È sufficiente fare riferimento al contributo di Greta Thunberg che ha fatto scioperare i giovani di tutto il mondo contro il cambiamento climatico, dal primo picchetto davanti al Parlamento del suo paese all’aspro confronto con i leader mondiali.

Purtroppo, il potere innovativo di tante esperienze, buone pratiche sociali e progetti messi in campo dai giovani viene dimenticato, rimosso e depotenziato dai vari sistemi ed organizzazioni che sono gli adulti a governare.

Anche il disagio espresso dai giovani nella scuola, nell’inserimento lavorativo, non rappresenta per gli adulti un indicatore dell’esigenza di un forte cambiamento degli schemi interpretativi ed operativi, della necessità di elaborare nuovi paradigmi e scenari.

Questa tendenza può essere comprensibile per le istituzioni e le imprese che sono condizionate dai sottosistemi di appartenenza (quello politico-amministrativo e quello economico) e quindi dalle loro logiche di riferimento: quella ‘redistributiva’ nel primo caso, quindi attenta a mantenere il consenso dei cittadini, non solo dei giovani, quella dello “scambio” e quindi del mercato, del profitto, nel secondo caso.

Tale tendenza può essere contrastata puntando sulle organizzazioni del terzo settore e le istituzioni educative che fanno riferimento al sottosistema socio-culturale e quindi alla logica della reciprocità, e mettono in campo altri valori, quali ad esempio: la solidarietà, la condivisione, la cura, l’amicizia, il senso civico. In particolare, l’associazionismo ed il volontariato rappresentano contesti in cui i giovani possono avere più spazi di ascolto e di espressione. Pensiamo solo, a titolo di esempio, al ruolo e alla capacità attrattiva di molte associazioni culturali, sportive, ambientali, di tutela dei diritti.

E’ in questa prospettiva che sta operando Cittadinanzattiva Emilia Romagna, con diverse iniziative: il Progetto Buone Pratiche Sociali, lo Spazio Giovani, Il Progetto CommunityPro, lo Sportello Ricerca Lavoro.

Per consolidare questa capacità di ascolto, di attrazione dei giovani, ma anche per offrire loro ulteriori opportunità di espressione e di narrazione, Il Progetto Buone pratiche sociali di Cittadinanzattiva Emilia Romagna intende promuovere un nuovo scenario da costruire insieme ai giovani disponibili.

Il senso dell’idea progettuale: tentare di ribaltare la cultura oggi diffusa che identifica le rappresentazioni dei giovani esclusivamente come problemi. In realtà le nuove generazioni costituiscono una fondamentale opportunità a livello politico, culturale, operativo, per dare risposta alle grandi emergenze che questa società non riesce a risolvere: da quello ambientale e del clima, a quello delle differenze sociali ed economiche, dai problemi delle solitudini, delle fragilità, delle migrazioni alle difficoltà di accesso ai servizi per la salute ed il benessere, dal consumismo alle varie forme di dipendenza, da un turismo mordi e fuggi che deteriora i territori e le comunità ad una cultura calata dall’alto che non rende protagonisti i giovani, dai  crescenti conflitti e violenze  che subiscono le persone più fragili alle tante  guerre diffuse nel mondo.

Quali gli obiettivi?

  • Individuare, insieme ad alcune rappresentanze dei giovani, nuove opportunità di ascolto delle loro idee e proposte, di valorizzazione dei loro obiettivi e progetti;
  • mettere a disposizione degli adolescenti e dei giovani nuovi canali comunicativi per dare valore ad una narrazione alternativa, centrata sulle loro esperienze, buone pratiche sociali e  progetti tesi a migliorare la qualità della vita, proteggere il territorio e la cura dei beni comuni;
  • progettare, insieme ai giovani, nuovi strumenti operativi che promuovano  il confronto, la collaborazione e la messa in rete delle buone pratiche sociali che li vedono protagonisti;
  • elaborare, insieme agli adolescenti e ai giovani, nuovi strumenti organizzativi che favoriscano la comunicazione e la collaborazione con le istituzioni, l’università, le scuole, il terzo settore, le imprese, per dare visibilità, rappresentazione al loro prezioso contributo, per investire e capitalizzare il grande patrimonio di invenzione ed innovazione sociale delle nuove generazioni;
  • promuovere dal basso, in modo diffuso nelle comunità, risposte innovative alle emergenze socio-ambientali, per dare speranza alle persone, per contribuire a proteggere il territorio e salvare il pianeta.
Quali i possibili ambiti operativi?
Le buone pratiche sociali che vedono protagonisti i giovani, censite da Cittadinanzattiva Emilia Romagna sul sito  https://buonepratichesociali.cittadinanzattiva-er.it/, ci consentono di ipotizzare alcuni orientamenti per il percorso operativo da sviluppare.

Il progetto “Buone pratiche sociali”, con il coinvolgimento dei giovani, ha individuato come prioritari i seguenti ambiti operativi:

  • “promozione della qualità della vita e del benessere”,
  • “promozione di reti di prossimità, prevenzione della solitudine e della fragilità”,
  • “attività culturali e ludiche”,
  • “comunità educante”,
  • “emergenza ambientale e transizione ecologica”,
  • “turismo sostenibile ed inclusivo”.
A partire da tali ambiti, il percorso si propone di dare ascolto e voce ai rappresentanti dei giovani inseriti nei principali contesti che, a livello territoriale, operano nel sottosistema socio-culturaleCi si riferisce in particolare alle scuole, all’università, al forum del terzo settore, a determinate associazioni di promozione culturale ed organizzazioni di volontariato, particolarmente rappresentative a livello di comunità.

In particolare Cittadinanzattiva Emilia Romagna intende aprire dei canali comunicativi con tali attori sociali, per dare evidenza e valorizzare le narrazioni dei giovani in merito alle esperienze, azioni, nuove professioni, buone pratiche sociali, progetti di miglioramento della qualità della vita, di cura del sociale, della comunità e dei beni comuni.

Il coinvolgimento di tali attori sociali farà riferimento ad una prospettiva innovativa che si propone di ribaltare l’ottica dominante ed i paradigmi definiti dagli adultimolto spesso calati dall’alto, per scoprire nuovi orientamenti, idee, proposte, modelli interpretativi ed operativi, elaborati dai giovani, per sviluppare insieme a loro un percorso operativo che contribuisca a dare speranza alle persone, proteggere il territorio e salvare il pianeta.  

Chi è disponibile a diventare protagonista di questo percorso operativo ce lo comunichi, entro fine agosto, attraverso:

  • mail al seguente indirizzo: buonepratichesociali@cittadinanzattiva-er.it
  • il gruppo facebook Buone Pratiche Sociali

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