di Tommaso Bassi

L’urbanistica di una città, insieme ad altri innumerevoli fattori, condiziona in modo latente le vite degli individui che la abitano. Per questo motivo, abbiamo deciso di realizzare nel corso dei prossimi mesi una serie di piccole inchieste tra le strade dei quartieri di Bologna con lo scopo di andare a cogliere, interpellando abitanti, gestori di attività commerciali, membri di centri culturali e altri personaggi significativi, come la collocazione spaziale di un quartiere e le sue caratteristiche possano influenzare la buona riuscita o il fallimento dei luoghi di interesse che lo compongono.
Attività commerciali, centri culturali e complessi abitativi possono reagire in modo diverso alle caratteristiche strutturali del quartiere all’interno del quale sono collocati. Il “come” reagiscono determina le peculiarità che rendono ogni città, a modo suo, diversa dalle altre. E’ proprio da queste peculiarità che la nostra redazione vuole partire per provare umilmente a comprendere le ragioni che si nascondono dietro la fama e la reputazione di certi quartieri.
Siamo lungi dal credere che il fattore ambientale sia l’unico a determinare il destino e le condizioni dei quartieri e delle città, tuttavia, addentrandoci all’interno della rete cittadina ci soffermeremo maggiormente su questo aspetto, tenendo, nonostante ciò, ben presenti anche tutti gli altri. Come le amministrazioni che si sono susseguite abbiano scelto di affrontare i problemi e il degrado di certe zone e le ricadute che le politiche attuate hanno avuto sulle stesse, rappresenta un altro punto di partenza cruciale per capire al meglio come si è arrivati alla conformazione di Bologna come la conosciamo oggi.
Nello specifico riteniamo cruciale trattare del fenomeno della gentrification (di imborghesimento, per intenderci) cioè il processo che parte dall’investimento immobiliare privato su edifici di quartieri considerati degradati ma con un alto potenziale. Questo investimento generalmente porta all’aumento del valore del suolo della zona che, a sua volta, determina la sostituzione di una classe sociale con un’altra più abbiente, in grado di sostenere il costo della vita nel quartiere.
Le politiche di gentrification tuttavia non sempre attecchiscono e non sempre ottengono i risultati di cui sopra, creando zone ibride di più difficile interpretazione. La nostra idea è quella di disegnare un quadro delle caratteristiche dei diversi quartieri di Bologna analizzando anche come questi processi hanno influito, stanno influendo e probabilmente influiranno, sul commercio e la residenzialità delle zone che andremo ad analizzare. Abbiamo pensato di fare ciò essenzialmente tramite un lavoro di inchiesta sul campo (interviste ad abitanti e gestori di attività commerciali ) la presa in causa delle istituzioni più importanti del quartiere, la consultazione degli archivi Opendata del comune di
Bologna e infine lo analizzando la storia del quartiere con lo scopo di ricostruire la sua evoluzione nel tempo.
Il capoluogo emiliano, come tutte le grandi città, rappresenta un conglomerato di diversità e culla di fenomeni impossibili da essere compresi nella loro totalità. Alla luce di ciò, la visione che tenteremo di proporre tramite quest’inchiesta risulterà inevitabilmente parziale. La speranza, tuttavia, è quella di riuscire a fornire un fotografia veritiera delle realtà che animano Bologna spingendo a una riflessione sulle politiche urbane e i loro effetti sul territorio.


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