COP28 – L’Accordo raggiunto

Che cos’è la COP 28?
COP 28 è stata la ventottesima Conferenza delle Parti della convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Si è tenuta a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023.

Dopo intense trattative i 198 Paesi che hanno partecipato alla Coop 28 hanno raggiunto l’accordo di avviare la “transizione dai combustibili fossili” al fine di raggiungere l’obiettivo di emissioni zero nel 2050.
In tal modo viene dato seguito agli accordi di Parigi: cercare di contenere  l’aumento della temperatura del pianeta un grado e mezzo rispetto al periodo preindustriale.
L’intesa raggiunta a Dubai, tiene conto degli aspetti più rilevanti delle precedenti edizioni, introducendo una differenza importante: viene scritto chiaramente per la prima volta che è necessario abbandonare l’utilizzo delle fonti fossili mediante ‘transition away‘, interpretata come “uscita graduale” dal fossile.
Una delle principali critiche all’accordo è la mancanza di scadenze ravvicinate entro le quali procedere alla riduzioni delle fonti fossili.
Nonostante le carenze, l’accordo rappresenta un risultato notevole raggiunto dai 198 Paesi, perché  le fonti fossili: petrolio, carbone, gas,  producono ricchezze immense che arricchiscono notevolmente anche alcuni stati che partecipano alle COP. Questo motivo ha costituito uno dei principali ostacoli per la riduzione della loro produzione, nonostante i noti effetti inquinanti e climalteranti delle loro emissioni
Per raggiungere l’obiettivo nell’accordo sono state elencate le ulteriori azioni necessarie:
  • Triplicare le energie rinnovabili installate e raddoppiare l’efficienza energetica entro il 2030,
  • accelerare le tecnologie a bassa o zero emissioni
  • provvedere alla cattura e allo stoccaggio del carbonio
  • diminuire l’uso di energia da carbone unabated ( cioè che produce emissioni che non vengono abbattute)
  • promuovere la produzione dell’idrogeno a basse emissioni di carbonio
  • ridurre le emissioni di metano
  • diffondere veicoli a bassa emissione
  • eliminare sussidi ai combustibili fossili
  • rendere operativo il fondo Loss&Damage per risarcire i danni subiti dai paesi che meno contribuiscono al riscaldamento globale ma che ne subiscono le conseguenze dannose.

Alcune reazioni all’accordo

Antonio Guterres – Segretario generale dell’ONU
Per la prima volta viene riconosciuta la necessità di abbandonare i combustibili fossili dopo molti anni di stallo.  Ci tengo a sottolineare che l’uscita dai combustibili fossili resta inevitabile, che lo vogliano o no. Speriamo che non arrivi troppo tardi.

Ursula Von Der Leyen – Presidente della Commissione Europea
Accolgo con favore la conclusione positiva della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28 e il primo bilancio globale dell’accordo di Parigi. È una buona notizia per il mondo intero che ora disponiamo di un accordo multilaterale per accelerare la riduzione delle emissioni verso lo zero netto entro il 2050, con azioni urgenti in questo decennio critico. Ciò include un accordo di tutte le parti per abbandonare i combustibili fossili. Abbiamo concordato di ridurre le emissioni globali del 43% entro il 2030, in linea con la migliore scienza disponibile, per mantenere la temperatura di 1,5 gradi Celsius a portata di mano. Ciò ci manterrà in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e accelererà la transizione verso un’economia più pulita e più sana”.
Kaisa Kosonen – Capo delegazione di Greenpeace International 
Dichiara che il documento non è ancora la decisione di cui il mondo ha bisogno, ma ammette che ci sono miglioramenti rispetto alle bozze precedenti. Tuttavia, ha osservato, ciò che serve ora è l’eliminazione graduale dei combustibili fossili senza pericolose distrazioni e false soluzioni, così come è necessario un impegno più forte a sostenere finanziariamente i Paesi del sud del mondo nella transizione, e quelli del nord devono agire più rapidamente.
Stefano Ciafani –  Presidente nazionale di Legambiente
L’accordo della Cop28 e la scelta di prevedere una ‘transition away’ graduale per la fuoriuscita da gas, petrolio e carbone rappresenta un timido passo avanti su cui ora i Paesi devono dimostrare azioni decise, senza più tentennamenti o inspiegabili rinvii, perché il tempo incalza e la crisi climatica avanza ad un ritmo sempre più veloce.
Tre i talloni d’Achille di questo accordo
: il ricorso alle tecnologie d’abbattimento di emissioni di anidride carbonica (tecnologie ancora in fase sperimentale), l’utilizzo di combustibili fossili per garantire la sicurezza energetica, carenza di impegno per la finanza climatica indispensabile per aiutare i paesi più poveri e vulnerabili ad accelerare la fuoriuscita dalle fossili
Slow Food
L’agroecologia non è emersa come elemento chiave e potenziale soluzione per cambiare il sistema alimentare e combattere il cambiamento climatico
pur essendo responsabile di un terzo delle missioni di CO2
Anne Rasmussen – Rappresentante delle isole Samoa, regione della Polinesia
Dopo l’approvazione del documento conclusivo della Cop28 ha manifestato il proprio dissenso contro l’accordo, poco incisivo nelle azioni e nella tempistica dei provvedimenti da attuare contro i cambiamenti climatici.
Le isole Samoa sono in situazione di alto rischio poiché potrebbero essere tra le prime terre abitate ad essere sommerse a causa dell’innalzamento del livello del mare, quindi gli abitanti avrebbero necessità di provvedimenti significativi e urgenti che le salvaguardino.

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