Esprimere 3 convinti ‘Sì’ e, soprattutto, chiedere di impegnarci tutti, in ogni modo possibile, per fare in modo che il diritto di voto e il diritto all’informazione dei cittadini sia rispettato.

Chiedere a tutti, anche al nostro vicino di casa, di andare a votare!

Sappiamo bene che il diritto all’informazione è cruciale per esprimere un consenso consapevole. Questo clima, viceversa, mortifica la partecipazione dei cittadini e l’esercizio  libero del diritto di voto. Alla luce di queste considerazioni e in questa fase acuta di crisi dei partiti e delle istituzioni del nostro paese, il referendum deve essere valorizzato. Si tratta pur sempre di uno strumento fondamentale con il quale i cittadini possono esprimere il proprio diritto di scelta su temi rilevanti.

Ecco perché chiediamo a tutti voi di partecipare! Non soltanto con il voto, ma con la mobilitazione nei banchetti e nei presidi, cercando di offrire tutte le informazioni possibili ai cittadini. E’ importante usare le nostre assemblee territoriali, i nostri servizi, le nostre sezioni del Tribunale per i diritti del malato, gli studi dei nostri avvocati nel territorio, la nostra presenza nelle scuole e negli ospedali, i comitati referendari sparsi nel territorio e ogni altra occasione e opportunità per dire che il referendum si farà! Chiediamo a tutti, anche ai nostri vicini, di andare a votare!

Nei prossimi giorni, attraverso una mobilitazione straordinaria, i comitati referendari avranno a disposizione bandiere, volantini e altri materiali di comunicazione che saremo lieti di farvi avere, sulla base delle vostre richieste e delle (pur poche) risorse disponibili. Con una successiva comunicazione vi faremo sapere come.

Intanto, bisogna ricordare il nostro convinto “Sì” per tutti i quesiti.

1) Un “Sì” per l’acqua pubblica

Contestiamo che un bene fondamentale come l’acqua possa essere privatizzato. Inoltre, abbiamo sottolineato che, negli ultimi anni, tutte le volte in cui la gestione di un servizio nel nostro paese è stata data ai privati vi sono stati aumenti del costi per i cittadini, ma la qualità del servizio spesso è peggiorata con un aumento costante della dispersione idrica visto che nessuno investe sul miglioramento delle infrastrutture di rete.

Cittadinanzattiva da sempre si batte perché le grandi reti infrastrutturali del paese siano pubbliche (dal gas alla telefonia etc.), perché non vi è un interesse privato nell’investire nella manutenzione e nella qualità delle reti (basterebbe vedere cosa è successo in questi anni alle reti autostradali ed aeroportuali date in concessione).

La riforma dei servizi pubblici non aveva prevista una Authority pubblica che fissasse tariffe e standard di qualità. Sappiamo tutti che il pubblico non ha dato certo prova di efficienza nella gestione delle risorse idriche, ma il privato non ha certo fatto meglio e continuerà così senza un quadro regolatorio trasparente. Oggi il Governo ritorna sui suoi passi introducendo l’Authority, ma sembra farlo allo scopo di disinnescare il voto. Questa iniziativa tardiva non esclude la necessità di andare a votare.

2) Un “Sì” per impedire la costruzione di centrali nucleari

Il nucleare non è solo inquinante (per la costosissima e complicatissima gestione delle scorie) e rischioso (come dimostra la vicenda giapponese, con un paese che, rispetto al nostro, ha ben altri standard di sicurezza), ma anche dal punto di vista economico perdente. Non abbiamo un serio piano energetico, ci aggrappiamo a quanto fatto in merito dall’Unione Europea (e meno male che c’è…) con le regioni che si muovono in ordine sparso.

Prima ci è stato detto che c’era bisogno dei rigassificatori (ne bastavano pochi, ma sono state date decine di preautorizzazioni), poi ci è stato detto che il nucleare era fondamentale e ora che è meglio “riflettere” con l’Europa.

Bisognerebbe seguire l’esempio di paesi che da anni hanno spinto anche sulla “micro generazione”  (ad esempio la Germania), incentivando le famiglie ad essere produttrici di fonti rinnovabili, mentre in Italia anche quello delle fonti rinnovabili rischia di diventare un business per amici ed amici degli amici (il caso Verdini/Carboni in Sardegna ne è solo un esempio).

3) Un “Sì” per abrogare il legittimo impedimento

In un paese normale questo sarebbe un referendum assurdo: perché infatti se il primo ministro ha degli impedimenti legati alla sua funzione non deve legittimamente poterlo comunicare alla magistratura per poter posticipare le proprie comparizioni in aula?

Forse il problema è che nel nostro paese il primo ministro sembra abbia tempo per fare qualsiasi cosa, tranne che per rimettersi al giudizio della magistratura.

Andare a votare: è l’ultimo appello!

Per tutte queste ragioni diventa davvero necessario andare a votare, comunque si decida di votare, in tanti. In queste ore si sta tentando di “scippare” ai cittadini sia il referendum sul nucleare che quello sull’acqua attraverso delle modifiche di legge.

Questo modo di fare arrogante, avvilente (richiama l’idea dei “cittadini rompipalle” illustrata da), basato sull’idea del “popolo bue”, è esattamente uno dei motivi della nostra esistenza come organizzazione civica. Non possiamo permetterci e permettere che il nostro diritto di esprimerci su argomenti legati al futuro nostro e dei nostri figli sia trattato come “una cosa di cui si può fare a meno, visto che c’è il parlamento sovrano”.

AI REFERENDUM VOTA TRE SI! CONVINTI PER DIFENDERE L’ITALIA E LA DEMOCRAZIA


Segui #lepilloledicittadinanzattiva

#lepilloledicittadinanzattiva