Comunicato Stampa                                         Bologna 30 settembre 2020

 

Cittadinanzattiva Emilia Romagna apprezza il lavoro svolto per la riorganizzazione ospedaliera della sanità dell’area metropolitana di Bologna, ma chiede altrettanta sensibilità e attenzione per la riorganizzazione della medicina territoriale

 

Cittadinanzattiva Emilia Romagna apprezza il lavoro svolto per la riorganizzazione della sanità dell’area metropolitana di Bologna, volta a aumentare il numero posti letto negli ospedali, qualora dovesse verificarsi una nuova emergenza e garantire quindi, una continuità assistenziale a quelle persone malate che hanno bisogno di essere curati in ospedale e anche per gli interventi chirurgici.

È necessario però porre altrettanta sensibilità e attenzione per la medicina territoriale, che in questo momento è molto importante per tutte quelle persone che devono riprendere le cure che sono state sospese durante l’emergenza per il coronavirus. E non solo.

“È tempo di progettare e investire nel potenziamento dell’attività di presa in carico dei pazienti nel territorio, anche in assistenza a domicilio, garantendo il ritorno in sicurezza dei cittadini negli studi dei medici per una ripresa delle ordinarie attività di assistenza e per un recupero dell’irrinunciabile rapporto fiduciario tra medico e paziente”dichiara Anna Baldinisegretario regionale di Cittadinanzattiva Emilia Romagna.

È la medicina territoriale che in questo momento fa la differenza nella qualità del servizio offerto alle persone e nella capacità di rispondere alle esigenze. “Nel 2019 abbiamo raccolto le segnalazioni o comunque le problematiche di circa 4000 persone –afferma Maria Vittoria Santoro, responsabile PiT unico di Cittadinanzattiva Emilia Romagna– e la maggior parte di queste riguarda proprio i servizi dati al cittadino sul territorio, dai medici di medicina generale, negli ambulatori di medicina specialistica, nell’assistenza domiciliare, protesica e integrativa.”

Chiaramente nel periodo dell’emergenza e del post emergenza le problematiche si sono notevolmente acuite.

“Pensiamo che sia giunto il momento di ripensare l’assistenza territoriale facendo tesoro di quanto l’emergenza ci ha insegnato. E come sempre, siamo disponibili a mettere a disposizione queste nostre conoscenze a chi è preposto a progettare la sanità nella nostra regione, nei nostri comuni, ai decisori politici e alle Aziende Sanitarie. E lo siamo sempre stati, anche se questa nostra disponibilità è stata raccolta in poche occasioni”sostiene Rossana Di Renzoresponsabile del Coordinamento regionale delle Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva Emilia Romagna.

E oggi più che mai il protagonismo dei cittadini è fondamentale per contribuire a costruire un sistema sanitario vicino ai bisogni. Soprattutto in una regione che della partecipazione ha fatto il suo vessillo tanto promulgare una legge specifica (n.15 del 22/10/2018). Legge lungimirante che, se applicata concretamente in sanità, farebbe della regione un modello da seguire a livello nazionale. Una priorità sottolineata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e oggi presente nella scheda 15 del Patto per la salute.

Prendere  decisioni condivise consente di arrivare a soluzioni che rispondono ai bisogni reali dei cittadini con importanti risparmi anche per le risorse pubbliche.


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