di Walther Orsi
Secondo il Rapporto Censis 2023 “alcuni processi economici e sociali largamente prevedibili nei loro effetti sembrano rimossi dall’agenda collettiva del Paese o sono comunque sottovalutati”. “La società italiana sembra affetta da sonnambulismo, precipitata in un sonno profondo del calcolo raziocinante che servirebbe”. Gli italiani tendono ad essere “ciechi dinanzi ai presagi: crisi demografica, nel 2050 avremo quasi 8 milioni di persone in età lavorativa in meno”; “per l’80%  degli italiani il paese è in declino, per il 69% più danni che benefici dalla globalizzazione, e adesso il 60% ha paura che scoppierà una guerra mondiale”. “L’economia evidenzia un record di occupati, ma anche una crescita in rallentamento. Per quanto riguarda i giovani il Censis rileva una “siderale incomunicabilità generazionale”, “con un dissenso senza conflitto dei giovani”, “esuli in fuga (sono più di 36.000 gli espatriati di 18-34 anni solo nell’ultimo anno)”.

In questo quadro di “sonnambulismo”, quello che preoccupa maggiormente è la mancanza di vie d’uscita e di possibili speranze. Anche  i giovani  sembrano confinati nella solita rappresentazione che li identifica come problemi e non come opportunità.

Cittadinanzattiva Emilia Romagna da tempo opera  secondo una prospettiva che cerca ribaltare questi paradigmi interpretativi, centrati solo su gli aspetti critici e non sulle potenzialità dell’impegno civico, della partecipazione, della comunità educante, dell’innovazione sociale, delle possibilità di miglioramento della qualità della vita e della cura dei beni comuni.

In questi ultimi anni si è focalizzata l’attenzione sul ruolo dei giovani, come protagonisti di Buone pratiche sociali. Proprio in una recente newsletter, “Gli angeli delle buone pratiche sociali”, facendo riferimento al messaggio di fine anno del Presidente Mattarella, si è cercato di valorizzare quelle molteplici esperienze innovative  inventate e realizzate dai giovani in occasione di determinate emergenze.  Esse rappresentano le tante motivazioni, capacità e passioni che i giovani sono in grado di mettere in campo in una prospettiva di alleanza intergenerazionale.

Per questo è importante comunicare e valorizzare le  buone pratiche sociali che Cittadinanzattiva ha censito, perché testimoniano le molteplici modalità attraverso cui i giovani possono essere protagonisti di un risveglio positivo che promuova una nuova comunità educante nel territorio.

 

Le buone pratiche sociali  possono promuovere una comunità educante

Le buone pratiche sociali, che elenchiamo qui di seguito, mettono in  evidenza i diversi paradigmi che possono orientare lo sviluppo di una nuova comunità educante.
  • “Francesca Barra influencer si, ma di impegno civico”
  • “I ragazzi del Piccolo America portano il cinema nelle strade di Roma”
  • “DjSte sulla sua radio sempre in onda”
  • “Una start up contro i bulli”
Queste esperienze testimoniano che i giovani  non possono essere considerati solo utenti, studenti, pazienti, consumatori, ma soprattutto cittadini attivi, con il loro prezioso capitale di invenzione e innovazione sociale.
  • “Lo Stooping arriva in Italia: come riciclare su Instagram”
  • “Nel forno a scarto zero”
  • “Cantare le problematiche sociali con il sorriso”
  • “Josè il ragazzo (il Banco cooperativo del Estudiante Barselana)”
Queste esperienze confermano che è possibile mettere in pratica determinati valori umani e sviluppare una cultura ed un modello operativo non solo critici, ma anche costruttivi.
  • “Lo sport delle bocce per lo sviluppo intergenerazionale nella popolazione giovanile e senior”
  • “Io vorrei, il progetto Street-art di Cremonini”
  • “Playoff contro i vandali”
  • “Dal recupero dei simboli antichi a nuove professioni a Scanno”
Queste esperienze  ci comunicano  che diventa possibile progettare il futuro di una comunità educante  solo attraverso un’alleanza intergenerazionale che metta in rete le agenzie educative,  formative, le organizzazioni e le istituzioni del territorio e che abbia come protagonisti proprio i giovani.
  • “Teach for Italy: formazione per maestri e insegnanti”
  • “Una classe da favola: i ragazzi diventano editori”
  • “Porto di terra: vivere la montagna della Sicilia”
  • “Gamindo, se donare è un video gioco”
Queste esperienze testimoniano che i meccanismi di sviluppo di una società devono dare priorità ai percorsi di formazione-lavoro che valorizzano la creatività, la progettualità e la capacità imprenditoriale dei giovani.
 

Le buone pratiche sociali per il risveglio di una nuova comunità educante

Le buone pratiche  sociali censite hanno messo in campo vere e proprie invenzioni ed innovazioni  di un certo rilievo (attraverso idee, progetti, sperimentazioni). Per questo Cittadinanzattiva Emilia Romagna ha coinvolto e ha dato ascolto a gruppi significativi di giovani (attraverso interviste e focus group)  che, attraverso le buone pratiche sociali, hanno anche individuato  nuovi ambiti imprenditoriali e ruoli professionali. Qui di seguito vengono indicati quelli specificamente orientati al risveglio e alla promozione di una comunità educante:
  • educatore/animatore esperto nella progettazione di percorsi educativi integrativi, rivolti ai ragazzi della scuola media, attraverso la sperimentazione di attività escursionistiche, turistiche, di impegno civile, di volontariato, di promozione culturale, di tutela dell’ambiente;
  • educatore esperto nella progettazione e organizzazione di percorsi formativi integrativi, rivolti a studenti della scuola media superiore, da sviluppare nei periodi di vacanza e nei tempi del dopo scuola;
  • operatore esperto nell’organizzazione di esperienze e soggiorni all’estero, rivolti a studenti e neolaureati, in collaborazione con università, centri di ricerca, associazioni imprenditoriali ed enti locali, valorizzando il ruolo dei giovani come ’commessi viaggiatori dell’innovazione sociale’
  • operatore esperto nell’organizzazione di percorsi di orientamento, preparazione e progressivo contatto dello studente con il mondo del lavoro garantendo, attraverso specifici contratti con i contesti lavorativi, l’acquisizione di interessi, capacità relazionali, competenze, la tutela dei diritti, la prevenzione dei rischi e degli infortuni, la giusta retribuzione, il sostegno psicologico, il supporto organizzativo e le verifiche periodiche delle diverse fasi dell’inserimento lavorativo.
In questa prospettiva Cittadinanzattiva sta mettendo in campo le conoscenze, le competenze, le esperienze e le reti, sviluppate mediante il progetto, al fine di contribuire alla realizzazione di un “Sistema esperto delle buone pratiche sociali”, in particolare attraverso attività di ricerca, consulenza, formazione, comunicazione pubblica, sostegno per l’attivazione di nuovi percorsi professionali e start up. Si prevede che tali attività siano svolte in collaborazione con giovani responsabili di buone pratiche sociali già realizzate, gruppi di insegnanti disponibili, il Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università degli studi di Bologna, la cooperazione sociale, le associazioni di categoria.
Cittadinanzattiva intende contribuire allo sviluppo di una co-progettazione diffusa di comunità  educanti che possano offrire ai cittadini concrete opportunità per andare oltre il ruolo di spettatori passivi del disagio e della devianza giovanile e quindi per un’ulteriore responsabilizzazione degli educatori, per prevenire gli episodi di violenza che coinvolgono i ragazzi di oggi, per ridurre gli abbandoni scolastici, per combattere la solitudine dei genitori, l’isolamento e la delegittimazione degli insegnanti, per promuovere forme innovative di educazione, formazione e transizione al lavoro che siano in grado di rendere protagonisti i giovani, valorizzando le loro, idee, proposte e buone pratiche sociali per il benessere e la qualità della vita nel territorio.

leggi la newsletter “Buone Pratiche Sociali, Verso Nuovi Scenari: Dal ‘sonnambulismo’ ad una nuova comunità educante


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