In Pianura Padana è concentrata la maggior parte degli allevamenti esistenti in Italia, costituiti da un rilevante numero di bovini e suini che alimentano aziende di trasformazione di carni e di latte, diventate leader nel settore alimentare a livello internazionale.

A fronte degli aspetti positivi rappresentati dalla vitalità economica del settore zootecnico, gli allevamenti intensivi contribuiscono all’aumento degli inquinanti dell’aria, delle acque e del riscaldamento globale del pianeta, come riferiscono le maggiori autorità mondiali che si occupano di ambiente e salute.

Sono numerosi gli studi su questo tema che rivelano come la zootecnia intensiva causi inquinanti, come l’ammoniaca, che superano quelli prodotti dai trasporti su gomma e dalle attività industriali, e contribuiscono a rendere la Pianura Padana una delle regioni più inquinate d’Europa.

Per questo motivo nelle zone dove le aziende agricole chiedono di potenziare l’attività aumentando i capi di allevamento, i cittadini si preoccupano del peggioramento dell’ambiente in cui vivono, per cui sollecitano le Istituzioni a limitare e non aumentare le attività che inquinano.

In una area a pochi chilometri da Modena, un’azienda agricola ha presentato al Comune il piano di sviluppo aziendale che prevede il raddoppio del numero di bovini, attualmente di 600 capi.

A seguito della presentazione gruppi di vicinato, associazioni ambientaliste, professionisti, medici, preoccupati per l’impatto ambientale del raddoppio dei bovini, chiedono alle Istituzioni di eseguire tutti gli accertamenti previsti dalle norme per valutare gli effetti sull’ambiente circostante, anche alla luce delle evidenze scientifiche consolidate sull’argomento.

La richiesta alle Istituzioni è supportata da un documento* elaborato dai cittadini con la collaborazione dell’Associazione Internazionale di Medici per l’ambiente, con il contributo degli studi di Arpae, del CNR, dell’OMS, dell’Agenzia Europea per l’Ambiente.

*Il documento analizza le caratteristiche del territorio di Modena: le colture, le acque, la progressiva desertificazione e il degrado di alcune aree.
Riporta i dati degli allevamenti in regione e nella zona di Modena, informa sulla produzione dei gas serra causati dalla agro zootecnia, presenta il piano di sviluppo dell’azienda agricola, gli effetti che questo causerà sul territorio già compromesso da cause inquinanti, come rilevano le analisi delle acque e del terreno.

Nel documento i cittadini e gli altri soggetti interessati alla salvaguardia ambientale, ritengono che in questa fase di transizione ecologica e di emergenza climatica, appare azzardato raddoppiare il numero dei bovini da 600 a 1200, in assenza di evidenze scientifiche che garantiscano l’assenza di rischi per il territorio e per la salute dei cittadini.

Suggeriscono altre ipotesi, sia per mettere a frutto i terreni a disposizione dell’azienda agricola dislocati in Provincia di Modena, sia per riabilitare le distese agricole presenti in Regione, asservite ai grandi impianti zootecnici per lo spandimento delle deiezioni animali, ormai desertificate e degradate dalle monocolture intensive: coltivazioni di cereali, frutta, legumi, organizzazione di stage per insegnare cultura agricola ai giovani, corsi di educazione alimentare, fattorie didattiche, vendita e preparazione di prodotti tipici.

Cittadinanzattiva Emilia Romagna sostiene l’ambiente

Cittadinanzattiva Emilia-Romagna, da sempre impegnata nell’ascolto delle segnalazioni dei cittadini, tra le quali quelle che riguardano i danni all’ambiente e le conseguenze sulla salute, sostiene il documento e le richieste alle Istituzioni in esso contenute:

  • utilizzare tutti gli strumenti tecnici e scientifici esistenti per approfondire le conseguenze del raddoppio del numero dei bovini in prossimità di centri abitati quali Modena ed altre frazioni distanti pochi km dall’Azienda;
  • installare un sistema permanente di monitoraggio della qualità dell’aria e delle emissioni di ammoniaca mediante la pianificazione di controlli pubblici sui terreni oggetto di spandimento dei liquami da parte degli allevamenti zootecnici in zona agricola;
  • affrontare con un approccio sistemico il problema allevamenti-ammoniaca-inquinamento ambientale tramite misure strutturali, che limitino il numero degli animali allevati nelle aree classificate come Zone vulnerabili ai Nitrati, e nelle aree in cui i livelli di inquinamento atmosferico raggiungono valori del doppio o triplo di quelli raccomandati dall’OMS;
  • consentire la partecipazione attiva di tutti i soggetti interessati ai piani di sviluppo zootecnico: Azienda Agricola, Associazioni, Cittadini, Istituzioni, per attuare un esercizio di democrazia e corresponsabilità mediante la partecipazione a tavoli di lavoro congiunti, al fine di decidere insieme sulle modifiche da attuare nel territorio e provare a coniugare le attività economicamente redditizie con il minor danno per l’ambiente e per la salute dei cittadini.

Leggi il documento ALLEVAMENTI E AMBIENTE A MODENA

→ Per approfondire: Modena Allevamenti intensivi, le associazioni frenano: «No agli ampliamenti» (Gazzetta di Modena)


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