Riforma Lea entro l’estate, Cittadinanzattiva: “Prima si garantiscano quelli esistenti”
Entro l’estate potrebbe arrivare la proposta di rimodulazione del nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza). Il Ministero della Salute ci sta lavorando. Lo ha annunciato ieri il Ministro Renato Balduzzi, intervenendo davanti alla commissione Bicamerale sul Federalismo Fiscale. Balduzzi ha spiegato che “i nuovi Lea, che non sono mai diventati efficaci, non sono più tanto nuovi”. Per questo è necessaria una rimodulazione che renda “più cogenti alcune indicazioni di appropriatezza, come quelle che vengono normalmente individuate per quanto riguarda le prestazioni di diagnostica strumentale”. L’annuncio del Ministro non è stato accolto con entusiasmo da Cittadinanzattiva.
“Prima di parlare di modifica dei Lea, sarebbe necessario assicurarsi che quelli esistenti fossero effettivamente applicati e rispettati in tutto il Paese, mentre sappiamo che una parte rilevante del territorio così non è – ha commentato il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso – Chiediamo al Governo di farsi garante della loro effettiva applicazione: non devono esserci cittadini di serie A o di serie B solo perché si ha la fortuna o sfortuna di nascere in una parte d’Italia. Oggi solo 8 Regioni ne garantiscono la reale erogazione“.
Gaudioso ha ricordato che Cittadinanzattiva chiede da tempo una revisione dei Lea che sono fermi da oltre 10 anni, “ma parlarne in questo momento vorrebbe solo dire rivederli al ribasso, tagliandoli“. Come non considerare, infatti, che siamo in periodo di “spending review che in ambito sanitario è una vera e propria manovra lineare, volta a recuperare prudenzialmente circa 13 miliardi di euro entro il 2014 (sommando anche quanto già contenuto nelle manovre di Tremonti), e non condivisa da nessuna Regione, neanche da quelle più virtuose, che dal prossimo anno saranno costrette anch’esse a chiudere in negativo”.
“Per fugare ogni dubbio chiediamo che il Ministro, prima di presentare qualsiasi proposta di revisione, coinvolga tutte le parti interessate nel confronto, comprese le realtà civiche – ha quindi concluso Gaudioso – Non è infatti possibile che questa discussione si concluda solo nel confronto con le Regioni, ma è fondamentale che chi vive sulla propria pelle queste decisioni possa contribuire effettivamente ad una revisione che non diventi solo una via per fare cassa e incida ancora una volta negativamente sui cittadini e sui loro diritti”.