A tutte le donne
[Alda Merini]
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l’emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d’amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d’amore.
di Maria Vittoria Santoro
L’8 marzo è sempre stata una giornata di riflessioni oltre che un’occasione di festa per le donne, ma quest’anno è più arduo considerarla una ricorrenza da festeggiare,
perché?
Sono troppe le guerre, sempre più vicine a noi, distruggono popolazioni di civili, annientano migliaia di donne incolpevoli, in alcuni casi è evidente che il corpo delle donne resta idealmente il campo di battaglia ad uso civico e politico per perpetuare il potere dell’aggressore. La guerra rimane come sempre il prodotto del desiderio di potere maschile, distrugge i territori, distrugge le città, i popoli, la vita.
In alcuni Stati come Iran e Afghanistan le donne sono prive di ogni libertà, solo perché sono donne.
Le altre guerre contro le donne nella nostra società, nelle nostre famiglie
Violenza fisica
Nell’anno 2023 sono avvenuti 103 femminicidi, ai quali si devono aggiungere 22 tentati e 17 in fase di accertamento- 52 minori sono rimasti orfani della madre.
Quest’anno si sono verificati 13 femminicidi alla data dell’8 febbraio.
Tali reati nascono dalla totale mancanza di rispetto degli uomini nei confronti delle donne e coinvolge ogni categoria sociale, anagrafica, geografica.
In Italia le nuove norme per proteggere le donne dalla violenza non si stanno rivelando efficaci,
tentano di incentivare la denuncia dei reati, ma le donne sono indotte a farlo solo se si sentono veramente protette.
Per assicurare alle donne la protezione abitativa lontano dai partner violenti e l’indipendenza economica, sono necessari investimenti rilevanti che non sembra siano stati programmati dalla politica. Così come sono necessarie risorse a favore delle nuove generazioni per promuovere l’educazione ai sentimenti e per combattere la violenza digitale, costituita da frasi e immagini aggressive anche in tema di sessualità, che possono indurre alla intolleranza e alla violenza nella vita reale.
Violenza economica
Oltre a fattori più noti quali i salari alle lavoratrici mediamente inferiori agli uomini, l’abbandono del lavoro per accudire i figli o famigliari fragili,
sono stati quantificati quei comportamenti, classificati come violenza economica, volti a controllare e a limitare le risorse economiche delle donne da parte dei partner: ad esempio i debiti contratti sotto minaccia di partner violento, il mancato supporto economico alla moglie che si occupa della casa e dei figli.
A subirle nel 2023 nel nostro paese, secondo il report di WeWorld e Ipsos, sono state il 49% delle donne, il dato sale al 67% per le separate o divorziate.
Le difficoltà ad allontanarsi dai partner problematici spesso hanno motivazioni economiche, e se non vengono risolte, tali difficoltà espongono le donne ad abusi, ricatti, aumentano il rischio di femminicidio.
La strada per l’emancipazione da costrizioni ataviche e discriminatorie è ancora lunga e siamo consapevoli che le conquiste ottenute potrebbero essere messe in discussione ed eliminate.
Ma non si deve perdere la speranza e la possibilità di convincere un numero crescente di persone che migliorare la vita delle donne, riconoscere loro i diritti fin’ora negati, migliora tutta la società.
per approfondire:
https://osservatorionazionale.nonunadimeno.net/anno/2023/
Foto da Pixabay, © Alexandra Haynak