Articolo tratto da VITA del 16 ottobre 2009

Troppo poco, troppo in silenzio. La Conferenza nazionale sulle politiche della disabilità non ha retto il confronto con le edizioni precedenti e lascia sul tappeto tutti i problemi delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

Il Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi aveva promesso che sarebbe stato presente, per le conclusioni, a Torino. E ivece ha mandato un videomessaggio, accolto con fischi e urla del migliaio di partecipanti da tutta Italia, arrivati a Torino, in molti casi, fra mille difficoltà. Il peso dell’ascolto e delle risposte daa parte del governo è rimasto tutto sulle spalle del sottosegretario Eugenia Roccella. Risposte culturalmente positive, ma prive di mezzi.

Ora la distanza fra la teoria e la pratica si sta facendo abissale. E’ persino più grave poter contare sui princìpi sanciti dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità se poi, nella vita di tutti i giorni, le famiglie devono fare i conti con la chiusura totale dei rubinetti finanziari, a partire dal fondom per la non autosufficienza, daal fondo sociale, dai Lea, che sono del tutto scomparsi.

Senza soldi non si va da nessuna parte, i servizi non funzionano, e si devono mettere le mani nelle tasche degli italiani, non sotto forma di nuove tasse, ma sicuramente sotto l’impellente neceessità di pagare i servizi alla persona, a cominciare dall’assistenza domiciliare, per continuare con le badanti (regolarizzate a pagamento, ovviamente…).

E’ questa la conclusione più amara: il governo sta mettendo le mani nelle tasche delle famiglie dei disabil, e lo fa coscientemente, rimandaando ad un ipotetico gettitto dello scudo fiscale la possibilità di redistribuire risorse che al momento non ci sono. Inutile in questa situazione lamentarsi del qualunquismo, della distanza delle persone dalle associazioni, del continuo crescere di richieste monetarie, perché questo scenario è stato costruito con decisione sistematica negli ultimi due anni.

Nell’indifferenza dei mezzi di comunicazione.


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