di Hedda Forlivesi
Dopo la scomparsa dei piccoli negozi “ sotto casa”, dove era possibile reperire di tutto e di più, in barba alle indicazioni di scadenza sulla confezione dei prodotti esposti, sono comparsi i supermercati.
Costruiti non a ridosso della città, poco vicini a “casa”, sopperivano alla scomodità del percorso in favore della qualità e della quantità dei prodotti offerti alla clientela: tuttavia, con ciò, hanno mortificato il rapporto cliente-venditore.
Colui che fa la spesa, spingendo un carrello, percorre un lungo tragitto per incontrare centinaia di prodotti di cui non ha necessità, ma che viene invogliato ad acquistare. Resta, dall’ingresso all’uscita, un anonimo acquirente che raggiunge la cassa dove, un altrettanto anonimo personaggio passa gli oggetti della spesa sotto un marchingegno elettronico che si esprime con decine di bip, bip,  bip, per “sputare” alla fine il totale della spesa.
Ecco, tutto finito, appena l’acquirente apre il cofano della macchina, ripone la spesa, poi, riparte per casa. In  questo tempo non ha incontrato amici, clienti conosciuti per scambiare quattro chiacchiere, commentato qualche problema politico.
Finalmente, oggigiorno, stanno comparendo i mercatini sotto casa, anche e soprattutto nei paesi limitrofi alla città. Spuntano bancarelle gestite direttamente dai contadini o produttori diretti della merce che ti offrono insalata, cetrioli, zucchine, melanzane, tutti i prodotto dell’orto che sprizzano la vivacità della freschezza, che parlano un linguaggio senza etichette.
Vengono esposti, in bancarelle senza tanti lustrini, prodotti genuini, coltivati in loco,in quanto è stata riscoperta l’importanza dell’agricoltura, la ricchezza dei prodotti della terra.. Questi non hanno solo il vantaggio della freschezza, ma anche quello del minor costo, in quanto gli alimenti a Km. Zero garantiscono l’etichetta della sicurezza, legata alla riduzione dei fattori inquinanti collegati all’inquinamento, al riscaldamento globale, all’emissione di anidride carbonica conseguente al trasporto, all’impiego di imballaggi per la distribuzione sul territorio.
Molti sono gli imprenditori che hanno visto nell’orto a Km. Zero, la possibilità di ottenere un buon reddito. Le aziende agricole locali tendono ad evitare l’uso di ormoni, fertilizzanti, sostanze chimiche diverse, nocive non solo per l’ambiente, ma soprattutto per la salute dell’uomo.
Da qui la vendita di un prodotto locale che garantisce freschezza ma, anche e soprattutto sicurezza.
L’agricoltura e l’allevamento a Km. Zero costituiscono un efficace mezzo attraverso il quale poter recuperare la loro dignità perduta. Aree degradate, abbandonate a sé stesse, proprio in ragione dell’abbandono di questo tipo di economia, piccole botteghe che “aprono gli occhi” chiusi per troppo tempo, mercati rionali e aziende agricole divengono i supermercati del nostro benessere, ridando ai fornelli, alle cucine, la gioia di cuocere cibi per una tavola in salute.
I prodotti della nostra terra fioriscono in piazza, nella tua piazza, facendo nascere il mercato del contadino
L’obiettivo è quello di fornire a produttori e consumatori l’opportunità di accorciare la” filiera d’acquisto” riducendone i passaggi intermedi e mettendo direttamente a contatto il produttore ed il compratore. Ecco perchè, da qui, nasce la riduzione del prezzo di vendita delle merci, avvicinando il cittadino alla qualità e convenienza dei prodotti del proprio territorio
CHE COSA TROVIAMO SULLE BANCARELLE DEL MERCATO DEL CONTADINO ?
FRUTTA E VERDURA, IN PRIMIS, RIGOROSAMENTE DI STAGIONE, POI, FORMAGGI, SALUMI, MIELE, CONFETTURE E FUNGHI ED ANCORA ALTRI PRODOTTI PROVENIENTI ESCLUSIVAMENTE DALLE AZIENDE CHE RISPETTANO, RIGOROSAMENTE LA FILOSOFIA DEL KILOMETRO ZERO.
PRODUTTORE E CONSUMATORE SENZA INTERMEDIARI, COMPOSITORI DI UNO SPARTITO CHE SI CHIAMA “ FILIERA CORTA”

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